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di Aidan Thuridiphon, Namer della Società delle Sensazioni
Parte prima: le basi dell'Arte
L'Arte non è cosa nuova o sconosciuta ai più, a Sigil e nei Piani. Sebbene possa risultare stupefacente agli occhi di un primevo, l'atto magico in sè (come molti tra i nostri alleati del Segno dell'Uno confermeranno) non è che l'estensione consapevole della volontà del singolo, che va a influenzare in maniera diretta e tangibile la realtà che lo circonda. La magia altro non è che l'Arte e la Scienza di causare cambiamenti.
Sebbene sia una semplice verità non è raro, anche nella Gabbia, trovare chi si spaccia per detentore di sapere proibito e inaccessibile ai più. Costoro non mi trovano concorde. Questa breve panoramica mira a dare un'introduzione il più possibile esauriente alla teoria magica, affinchè chiunque lo desideri possa avvicinarsi all'argomento, esplorandolo e sperimentando senza timore.
A livello generale, appare evidente che una curiosa costante della magia pratica è rappresentata dal numero otto: otto sono le scuole in cui le varie applicazioni dell'Arte si dividono (abiurazione, ammaliamento, divinazione, evocazione, illusione, invocazione, necromanzia e trasmutazione), otto sono i reagenti normalmente richiesti nell'esecuzione degli incantesimi, così come otto sono i circoli in cui questi vengono tradizionalmente suddivisi, in base allo sforzo e l'esperienza che richiedono per essere lanciati con successo. Lungi dal voler teorizzare una "regola dell'otto" contrapposta a quella dei tre, ritengo che questo non sia tuttavia un caso. Otto, come le scuole magiche e i circoli arcani, sono le inclinazioni etico-morali in cui la Grande Ruota dei piani viene divisa. Lo schema di classificazione arcana rispecchia questa costante, o forse viceversa: i Piani Esterni stessi sono, daltronde, di natura magica e astratta. Non può essere un caso se anche il simbolo rappresentante l'infinito è un otto posto orizzontalmente. La magia è la migliore espressione delle infinite possibilità che ci sono concesse.
La prima cosa che un buon mago dovrebbe procurarsi, per cominciare, è un libro in cui trascrivere le pergamene che acquisterà o troverà nei suoi viaggi. Questo breviario verrà ampliato nel tempo e gli sarà fedele compagno per il resto della vita, consentendogli di risolvere agevolmente qualunque problema e superare ogni ostacolo si presenti nella sua esplorazione dell'esistenza.
A questo proposito va detto che, contrariamente a quanto molti potrebbero dire, la soluzione ideale non è sempre quella più drastica o violenta: un abile studioso di magia sa quando è il momento di allontanarsi da una situazione sfavorevole, e preparerà sempre una via di fuga efficace. Il comune incantesimo di Teletrasporto, unito all'utilizzo di rune precedentemente marchiate, è da priorizzare nei propri studi. Lo stesso vale per abiurazioni minori come Armatura o Guardia Entropica, o incantesimi capaci di spostare rapidamente il mago o renderlo invisibile ai suoi avversari. Le scuole di Abiurazione, Illusione e Trasmutazione offrono il maggior numero di possibilità da questo punto di vista.
La scuola di invocazione, sebbene sia ciò per cui i praticanti dell'Arte vengono più spesso ricordati dai curiosi, può invece risultare a lungo andare deludente. Si tratta di null'altro che semplici esplosioni elementali di varia intensità e natura, e l'unico sforzo che richiedono è quello di comprendere quale tipo di danno sia più efficace contro uno specifico avversario. La loro utilità è paragonabile a quella di una spada per un guerriero, da utilizzare di fronte a un pericolo ma non da sguainare e agitare per strada senza motivo. Più di un aspirante invocatore è finito nel registro dei morti per avere abusato del suo potere o essersi portato allo stremo delle forze, la sua lucidità perduta nella furia distruttrice di questa scuola.
Riguardo la scuola di evocazione: nonostante raggiunga il massimo del suo potenziale solo a livelli avanzati di comprensione delle sue dinamiche, può comunque rivelarsi un'ottima alleata anche per gli apprendisti. Un groviglio di tentacoli neri può distrarre i propri avversari abbastanza da permettere di attaccarli in relativa sicurezza, e una creatura evocata può spesso rivelarsi un ottimo diversivo.
Altro punto fondamentale riguarda i reagenti: la spesa richiesta per procurarsi il necessario spaventa sovente chi si avvicina alla pratica magica, e può risultare frustrante tornare da un viaggio e rendersi conto che gran parte dei propri guadagni andranno spesi nuovamente nel loro acquisto. Un buon modo per aggirare questo problema, oltre all'impratichirsi nel lancio di formule più efficaci, consiste proprio nell'utilizzare incanti a effetto non immediato. I già citati tentacoli neri sono preferibili, ad esempio, a un fulmine magico; uno spirito di lame indirizzato con perizia verso il proprio bersaglio saprà danneggiarlo più di una palla di fuoco, e lascerà il mago libero di agire come meglio crede. La sperimentazione è la chiave del Multiverso.
Conoscere la teoria, possedere un libro e i reagenti necessari non è però sufficiente. L'Arte richiede sforzo mentale, e il potenziale arcano di un apprendista si rispecchia nella sua comprensione dei Piani.
L'essenza magica racchiusa in ciascuno di noi, detta in gergo tecnico mana o etere, è direttamente proporzionale all'esercizio mentale e lo sviluppo delle nostre facoltà logiche e intuitive. E' ciò che ci rende capaci di operare prodigi sulla realtà, cedendo parte della nostra essenza nel lancio di un incantesimo per convertirla nell'effetto desiderato. Più spettacolare è l'effetto, maggiore sarà lo sforzo richiesto.
La meditazione è un'attività da praticare quotidianamente, con costanza, poichè solo una mente lucida e riposata sa ristorarsi abbastanza velocemente da non lasciare indifeso il corpo che la ospita.
E' importante che il mago si mantenga lucido e si prepari con attenzione al lancio dei suoi primi incantesimi, concentrandosi sul proprio respiro e proiettando la propria mente in uno stato di concentrata contemplazione. Per pronunziare correttamente un incantesimo il mago deve fare un profondo respiro, seguito dall'emissione delle sillabe in modo determinato e sicuro. Il principale motivo di fallimento dei propri incantesimi sta proprio nell'incapacità di raggiungere questa condizione a un'intensità sufficiente da consentire il lancio di incantesimi particolarmente impegnativi. Come amava ripetere un bardo primevo che incontrai su Arborea: "Se il sole e la luna dubitassero, subito si spegnerebbero."
Sebbene le formule appaiano a prima vista come una semplice accozzaglia di sillabe casuali, ognuna di esse possiede una sua logica in base all'effetto riprodotto dall'incantesimo. La lista seguente non vuole essere in alcun modo esauriente, ma presenta le sillabe più comuni ritrovate negli incantesimi utilizzati a Sigil e nei piani.
An: negare, negazione
Bal: nefasto, malevolo
Bet: piccolo
Corp: morte
Des: abbassare, ridurre
Ex: libertà
Flam: fuoco, fiamme
Grav: energia, barriera
Hel: male, malvagità
Hur: vento
In: fare, creare, causare
Jux: pericolo, trappola, dolore
Kal: chiamare, evocare
Kel: bene, bontà
Lex: legge, ordine
Lor: luce
Mani: vita, guarigione
Nox: veleno
Ort: magia
Por: moto, movimento
Quas: illusione
Rel: cambiamento
Sanct: protezione, proteggere
Tym: tempo
Uus: sollevare, elevare
Vas: grande
Wis: sapere, mente, conoscenza
Xas: caos, disordine
Xen: creatura
Ylem: materia
Zu: sonno
Seguendo la logica delle sillabe arcane, la formula di un incantesimo di fulmine magico, "Por Ort Grav", si tradurrebbe come "energia magica in movimento". Un incantesimo di telecinesi, "Ort Port Ylem", si traduce come "materia magicamente in movimento". Una sola sillaba può cambiare, addirittura capovolgere, il senso di un incantesimo. "In Mani" è ben diverso da "An Mani". Apprendere il significato di ciascuna di esse permette dunque di reagire in maniera appropriata di fronte al lancio di un incantesimo.
Il mio prossimo intervento riguarderà l'importante scelta della specializzazione in una scuola di un mago oltre il livello di apprendista, e le ricerche arcane che ne conseguono. Nella speranza che il mio contributo stimoli qualcuno a esercitarsi in prima persona nella sperimentazione della pratica magica, auguro ai presenti una buona giornata.
- trascritto per gentile concessione della Sala delle Feste
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