Scheda: Set
- Titolo: Signore del Male
- Epiteti: Profanatore dei Morti
- Livello di Potenza: Divinità intermedia
- Simbolo: Un cobra arrotolato
- Piano di residenza: Baator, Stygia, Ankhwugaht
- Genere: Maschio
- Allineamento: Legale Malvagio
- Area di influenza: no
- Adoratori: no
- Allineamento dei chierici: NM, LM, LN
- Domini: Baator, Legge, Male, Uragani, Sabbia, Sete
- Mantelli: {$mantelli}
- Pantheon: Egizio
- Divinità alleate: no
- Divinità nemiche: no
- Arma preferita: no
Descrizione
Set è il dio della tempesta, ed è comunque ben conosciuto dagli altri dei, dopotutto è uno dei nove Ennead, un membro antico del pantheon, e gli altri devono rispettarlo, perfino se non piace. Egli è caotico malvagio. Il principale potere del male nel Pantheon Egizio, si oppone a tutto quello che quest'ultimo il rappresenta. Appare come un possente uomo con la testa animalesca, e ha una lunga coda biforcuta, oppure come un uomo abbronzato, dai capelli rossi e occhi verdi. Lotta contro gli altri dèi per il puro piacere di dimostrarsi superiore, piuttosto che per governare al loro posto, senza altri fini che non siano scardinare realtà e convenzioni, e dimostrare il potere distruttivo della tempesta che lo simboleggia.
Relazioni
Nonostante i suoi modi malvagi, Set è risaputo schierarsi con il resto del pantheon contro le caotiche scorrerie del serpente Apophis, dato che alla fine è un potere della legge. Sposato a Nephythys, di tanto in tanto le invia doni per riconquistarla, anche se prova anche una brama per Iside, e se avesse l'opportunità ucciderebbe Osiride ed Horus. Il potere malvagio odia Osiride, dato che l'ha già ucciso una volta, ma la sua rabbia verso Horus viene dal fatto che a lui è stato garantito il trono che Set desiderava. Più attivo degli altri poteri negli affari planari, Set ha stipulato tregue ed alleanze con le altre divinità, recentemente lo si è visto bazzicare intorno a Semuanya, il dio degli uomini lucertola, e alcuni dicono che faccia affari con Tiamat.
Simbologia
Set è rappresentato con un corpo umano e la testa di un animale misterioso, chiamato Bestia Tifonica. Tra i suoi simboli si annoverano le sette stelle della sua costellazione, il serpente che rappresenta il mostro Apep, custode del Piano delle Ombre, che il dio sconfisse e di cui assimilò i poteri, il coccodrillo che è suo figlio Sobek, e la rosa candida dal gambo nero, che i suoi seguaci identificano con la dea Taweret.
Set non ha una forma umana costante, ma può manifestarsi in qualunque aspetto, uomo, donna, di qualsiasi razza, carnagione o dimensione. Sempre, tuttavia, lo si potrà riconoscere per i capelli rossi come il fuoco e per gli occhi verdi ed ipnotici.
Dogma
Puoi continuare a seguire i tuoi ideali, e sottometterti a me, oppure sacrificare la tua cosiddetta moralità, per combattermi davvero. Come al solito, sei libero di scegliere.1
Dicono che il primo favore di un sacerdote di Set sia sempre gratuito.2
Come molte altre fedi, anche quella in Set promette la liberazione dell'individuo. I suoi seguaci, tuttavia, sono chiamati ad avere un ruolo attivo nel mondo: il credo di Set non è egoistico, ma profondamente altruistico, secondo coloro che lo praticano. Per i sacerdoti setiti, gli altri dei non sono che tiranni, che tengono imbrigliate le energie entropiche e dinamiche del multiverso, negando ai singoli individui la possibilità di elevarsi al di sopra dei propri limiti. Set insegna ai suoi fedeli a divenire loro stessi esseri superiori, oltrepassando la loro condizione. Per fare ciò, i setiti si devono immergere nella più profonda delle corruzioni, apprendendo dalle esperienze più turpi ed oscene la futilità di ogni prodotto dell'illusorio mondo creato dagli dei, e la verità dell'unico elemento reale, il volere degli uomini. Passando attraverso una serie di prove iniziatiche, conosciute a volte come i nove cancelli, i seguaci di Set aprono gli occhi sul mondo, e si fanno a loro volta portatori di caos, corruzione e depravazione, per minare dall'interno il mondo degli dei tiranni e per fare così riaprire in questo modo gli occhi ai loro simili di ogni razza e di ogni ceto sociale. Non c'è mezzo che non sia lecito usare per i suoi sacerdoti, che spesso indulgono nel vizio solo per dimostrare che i costumi che predicano la temperanza non sono che fole, volte al controllo dei mortali.
Questo loro metodo, così lontano dai pregiudizi del pensiero quotidiano, come alcuni di loro affermano, è il motivo per cui vengono universalmente disprezzati ed odiati. Almeno pubblicamente, perché poi, in segreto, anche i più veementi loro oppositori finiscono per fare ricorso ai loro favori.
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