Introduzione
Molti stanno all’occhio all'idea di entrare nel reame di un potere – e per una buona ragione. Alcuni temono che il dio li fulmini per la loro insolenza. Altri dubitano che nel reame possa esserci qualcosa di valore. Be’, questa cantata potrà essere vera per una manciata di poteri, ma sotto molti altri aspetti è tremendamente sbagliata. I reami divini nascondono alcuni dei più magnifici e terribili segreti del multiverso, e sono abitati da alcuni dei maestri più straordinari che un viaggiatore planare potrebbe mai incontrare.
Certo, i reami sono posti pericolosi, pieni di fanatici e creature che potrebbero minacciare perfino un semidio. Possono essere lande terrificanti dove la vita di una zolla si spegne come una candela fino a cadere nell'oblio. Ma anche posti di gloria e meraviglia dove vedere le cose più stupefacenti della propria vita. Ogni reame contribuisce in qualche modo al multiverso, anche se può non essere sempre ovvio a coloro che lo visitano.
Di seguito è spiegato cosa potrebbe accadere ad un tagliaccio mentre visita il reame di un dio e come dovrebbe – e non dovrebbe – comportarsi.
Natura di un reame
Tratta il reame con rispetto, babbo! Stai camminando sulla faccia di un dio!1
Per cominciare, è importante capire esattamente cosa significhi che un potere mantiene un reame. È un luogo creato dal dio a partire dalla fede grezza dei suoi adoratori, una terra così perfettamente adattata al suo creatore da sembrare un'estensione della sua essenza — un posto che è veramente la divinità. Tramiti e sacerdoti hanno solo una piccola parte del potere del dio. Il reame è il puzzle completo, una vera illustrazione della natura dello spirito divino.
Per questo, la gente che vive in un reame sa che ogni scossa di terremoto riflette un problema che angustia il potere (o comunque è scatenata appositamente dal dio per qualche fine sconosciuto). Un terremoto potrebbe significare che il potere sta combattendo un altro dio, o che sta assorbendo forza dalla terra onde scacciare un giovane semidio intenzionato a rubargli la sfera di influenza. Non fraintendere, babbo — questi eventi sono piuttosto rari, in realtà. Per esempio, nessuno che sia ancora vivo si ricorda degli abitanti di un reame il cui patrono abbia affrontato un dio altrettanto potente o di più (certo, questo potrebbe essere semplicemente perché la turbolenza generata da un tale conflitto avrebbe annichilito completamente il reame).
Questo non significa che ogni reame sia come la pelle del dio, o che qualunque cosa vi accada abbia necessariamente il permesso del patrono. Per certi reami, è innegabilmente vero. Ma la maggior parte dei poteri tende a lasciare che il proprio reame evolva senza una costante interferenza. Questi reami sono aperti a qualunque testa di cuoio che voglia ammirarne il panorama, raccogliere un po' della cantata e fare qualsiasi altra cosa che l'abbia spinta lì.
D'altra parte, se un potere vuole tenere un babbo fuori dal suo reame, il babbo non riuscirà a entrare. E anche se un potere può impegnarsi nel tenere fuori gli ospiti indesiderati, molti preferiscono spendere il tempo e l’energia in modi migliori. È uno dei motivi per cui hanno dei tramiti.
La forma del terreno
Il reame di Bast è vasto tanto quanto pensi che sia.2
Ovviamente, per capire un reame è necessario capire il dio — incluso il suo rango nel pantheon e la sua importanza nel piano. Molti poteri sono attirati verso il piano che più rispecchia il loro allineamento, ma non è sempre così. A volte, le convinzioni degli adoratori (e le loro aspettative riguardo il posto del dio nel multiverso) sono sufficienti a mantenere un potere legato a un luogo dove non sarebbe necessariamente adatto. Per esempio, il potere giapponese Hachiman, un dio legale neutrale, ha il suo reame nel selvaggio Ysgard. E il caotico Horus vive con le altre divinità egizie sul piano strettamente legale di Arcadia.
Il reame di un potere è plasmato in parte dalla sua personalità e dalla quantità di controllo che esercita. Molti dèi sono soddisfatti di lasciare libere le proprie terre, concedendo libero arbitrio ai nativi e ai visitatori. Alcuni poteri, ovviamente, sono più esigenti e quindi più pericolosi. Come risultato, i loro reami non sono molto trafficati e gli abitanti abbastanza devoti da risiedere lì tendono al fanatismo.
Certo, per quanto un dio possa appoggiare l'idea di libertà, ci sono certe cose che non tollererà comunque. Un babbo che commetta una grossolana violazione del credo della divinità sarà sbattuto ai ferri o registrato nel libro dei morti prima ancora di accorgersene (a meno che il dio non voglia vederlo agitarsi per un po' prima che cali la mannaia).
Anche dallo status del potere fra i suoi seguaci dipende molto dell'aspetto del reame. Il territorio di un dio minore — tenuto a freno dalle costanti pressioni di membri più forti del pantheon — sarà un luogo di aspra rivalità e rancore inespresso, anche se questo difficilmente traspare al pubblico. I tramiti del pezzo grosso saranno sempre alla ricerca di modi per migliorare la condizione del loro patrono, e non si faranno scrupoli a usare chiunque per questo scopo.
D'altra parte, un potere senza l'ambizione o il supporto dei mortali per elevarsi nel pantheon avrà un reame che rispecchia sia la mancanza di desiderio che la mancanza di preoccupazioni (tranne che per la sfera di influenza del dio). E c'è ben poco che un potere maggiore non possa vedere o fare nel suo reame, non importa quanto grandi siano i suoi confini. In tal caso, l'aspetto del terreno diventa più una questione di quanta libertà il dio voglia dare ai suoi fedeli.
Soprattutto, un babbo farebbe bene a ricordarsi che i poteri sono vere divinità, non mostri sovradimensionati. Sono esseri fatti di credo, e la loro stessa esistenza è così al di sopra di quella mortale che è quasi impossibile da concepire. Chi visita un reame divino si mette sostanzialmente alla mercé del dio, e farebbe bene ad essere ben consapevole dell'enormità dell’essenza che lo circonda. Ovviamente, i piani ospitano molto di più del semplice reame di un potere, ma un babbo tende a dimenticarlo facilmente quando si trova in terra consacrata. E non è difficile capire il perché — le divinità vogliono che il loro reame appaia il più grande possibile nella mente dei visitatori.
Orizzonti infiniti
Molti viaggiatori planari sanno bene che i Piani Esterni sono infiniti, e ogni strato di ogni Piano Esterno è anch'esso infinito (ecco perché i viaggiatori callidi fanno buon uso dei portali). Questo ha portato alcuni babbi a concludere che anche i reami divini debbano essere infiniti — dopotutto, chi meglio delle divinità stesse può avere un dominio illimitato?
Come molte cose sui piani, dipende tutto da dove uno si trova. La regola nota come "il Centro di Tutto" sancisce che nessun singolo punto sia realmente più importante di un altro, e che ogni mondo, città o reame possa affermare di essere nel mezzo di tutto. Per dirla brutalmente, qualunque zolla pensi che il suo posto sia quello più importante. E questo non è mai più vero che quando si parla dei domini dei poteri.
Le divinità hanno alcune fra le maggiori abilità — e l’ego più grande — di tutto il cosmo, quindi ognuna di loro pensa che il proprio reame debba apparire il più impressionante possibile. Una zolla entro i confini del reame, quindi, avrà la netta sensazione che il dominio del dio vada avanti per sempre (specialmente perché i fedeli che lo abitano di solito insistono nell'affermare che lo faccia). Ma, se in qualche modo potesse guardare l'intero reame dal di fuori, si accorgerebbe che in realtà ha dimensioni finite. Certo, magari potrà essere incredibilmente grande, ma non infinito.
Esplorare un reame
Ovviamente, i reami divini variano moltissimo da potere a potere, ma alcuni elementi sono comuni a tutti. A prescindere da chi sia il patrono della terra e a cosa assomigli, ogni reame conterrà quasi sicuramente supplicanti, tramiti, planari e luoghi sacri.
Supplicanti
Alcuni visitatori dei reami divini vedono i supplicanti solo come masse indistinte, semplici numeri che si possono tranquillamente ignorare. Ma è come cercare di studiare una foresta senza guardare gli alberi.
I supplicanti sono il miglior ritratto di quello che è e fa un potere. I fedeli di un reame spendono la loro intera vita (post-vita, in realtà) cercando di comprendere il loro dio e il proprio posto nello schema delle cose. Probabilmente cercano di diventare come il loro potere, e di conseguenza sono il riflesso della loro percezione della propria divinità. Alcuni si limitano a comportarsi in questo modo, vivendo la vita prescritta dal dio. Altri assumono anche l'aspetto fisico preferito della divinità, che ciò significhi abbigliarsi in una certa maniera o letteralmente cambiare forma.
Certo, i supplicanti non sono sempre perfetti modelli del loro dio – se lo fossero, si sarebbero già dissolti nella sua essenza. Alcuni possono avere un'idea sbagliata di come pensare e comportarsi e perseguirla ugualmente, dando un'impressione errata ai visitatori che ne sanno meno.
In ogni caso, i supplicanti non sono zombi che si trascinano lungo il reame con lo sguardo vuoto. Di solito sono piuttosto felici di trascorrere l'esistenza a studiare e servire il potere. Di fatto, non riescono a comprendere per quale motivo uno spaccaossa dovrebbe abbandonare questo stile di vita e cominciare a vagare per i piani in cerca di avventure. Perfino i supplicanti più caotici e malvagi sentono il bisogno di rimanere nel proprio reame: le loro menti semplicemente non consentono di ragionare in altro modo (a meno che vivano nell’amaro Carceri, dove ogni zolla cerca disperatamente di uscire). E perché mai un supplicante dovrebbe avere il desiderio di andarsene? Se abbandonasse la sicurezza del reame, rischierebbe di svanire prima di essere spiritualmente pronto — rendendo inutile la propria intera esistenza.
Va comunque sottolineato che i supplicanti di un reame non sono tutti uguali: anche se condividono obiettivi comuni, hanno differenti aspetti, personalità e motivazioni. Un babbo non dovrebbe trattarli tutti allo stesso modo, né aspettarsi di essere trattato da tutti allo stesso modo.
Tramiti
Quasi tutti i poteri hanno un tramite o due, e la maggior parte ne ha molti, molti di più. Non tutti i tramiti sono famosi e riconosciuti: alcuni dèi preferiscono mantenere un certo riserbo sul numero e la natura dei propri servitori, in modo da sorprendere i nemici. I tramiti sono particolarmente utili per raggiungere posti dove le divinità non possono andare — Sigil, per esempio. Questi rossi hanno il desiderio di servire per uno scopo superiore, e non temono di correre rischi nel farlo. In parole povere, i tramiti sono le perfette pedine nell'eterno gioco dei poteri.
Ora, prima di farsi l'impressione sbagliata, è opportuno ricordare che i tramiti vengono scelti per un motivo. Tra tutti i mortali del cosmo, ad essi viene affidata una porzione del potere del dio, assieme alla responsabilità di fare ciò che i loro patroni non possono. I tramiti sono un gradino sopra alla maggior parte dei mortali — mai dimenticarlo. Sono zelanti (qualcuno direbbe fanatici) e sono il loro credo e la loro determinazione ad averli resi quello che sono. Non è facile che cambino per qualcuno.
Generalmente, i tramiti di un dato potere vengono assegnati a compiti differenti, a seconda di cosa serva al dio. Di solito ricoprono incarichi importanti dentro al reame, e anche se non sono una vista comune, sono vicini ai posti dove servono. Un visitatore in terra consacrata può aspettarsi di incontrare almeno un tramite; a questi sgherri piace sincerarsi di chi sta visitando la loro adorata terra.
Un tramite può essere un alleato o un nemico per qualsiasi gruppo di avventurieri, a seconda dei loro obiettivi, allineamenti e rapporti con la divinità patrona. Va tuttavia ricordato che solo una vera testa di legno si fiderebbe mai ciecamente di un tramite: l'agente di un dio ha i suoi scopi da seguire, e non esiterà a vendere una banda di babbi se ciò lo aiuta a fare gli interessi del suo capo. Perfino un tramite legale buono mette al di sopra di tutto il proprio dio, intento a servire il bene superiore (e pretendendo dagli altri la constatazione secondo cui il bene superiore è più importante del bene di qualche individuo).
La cosa migliore da fare con un tramite è rispettare lui e il suo potere, ma non fidarsi completamente. Un tramite è un potente maestro, ma si è venduto a una divinità, e si terrà lontano da ogni babbo che non ne segua i piani della sua potenza.
Planari
A questo punto si potrebbe pensare che ogni singolo abitante di un reame debba essere uno spirito o un agente divino. E, sebbene ci siano indubbiamente molti supplicanti e diversi delegati in quasi tutti i reami, ciascun dominio divino contiene anche un buon numero di gente normale, planari che si sono solo trovati a vivere sotto il naso del dio. E dieci tagliacci diversi avranno probabilmente dieci motivi diversi per averlo fatto.
A molti piace semplicemente la sicurezza, dato che il reame di un dio è soggetto a poche delle catastrofi che infestano il resto dei piani: cavalieri del giro, carestie, invasioni di immondi, ambienti estremi eccetera. Certo, l'altra faccia della medaglia è che molti temono di lasciare il reame, forse per paura di cosa li aspetta nel grosso e cattivo multiverso (o forse temendo ritorsioni della divinità contro quelli che osano voltare le spalle al "paradiso").
Alcuni planari rimangono in un reame per legami familiari, per abitudine o soltanto per inerzia. In fondo, è un compito gravoso migrare verso altri lidi quando la tua famiglia ha vissuto nello stesso dominio per generazioni (magari con gli antenati che vivono ancora lì come supplicanti).
Infine, parecchia gente vive nel reame di un dio per il motivo più ovvio: la fede. Sono profondamente devoti a quella divinità, e hanno scelto di abitare nel luogo dove possono esprimere al meglio la propria fede (supportati da un mucchio di fedeli che la pensano come loro). Questo gruppo include zolle che vivono di gloria riflessa, passando tutto il tempo nel reame a tentare di incontrare i tramiti più importanti — e forse perfino imbattersi più volte nel potere in persona (il che non è facile, ma ci sperano comunque).
Luoghi sacri ed empi
Praticamente in ogni reame c'è un centro di potere — un posto dove recarsi per entrare in sintonia con la divinità, trarre forza dalla terra o comunque crogiolarsi nel sacro alone del dio. In alcuni reami questi luoghi sono pochi e molto distanti, in altri è praticamente impossibile fare una passeggiata senza imbattersi in uno di essi. Tipicamente, questi siti attirano supplicanti da tutto il reame, intenti a meditare sulla natura del loro potere e imparare lentamente il proprio posto nel piano divino.
Ogni potere fa un uso diverso dei luoghi sacri, e in ogni reame si manifestano in modo differente. Il pantheon Norreno ha fatto di quasi tutta Asgard un gigantesco luogo sacro, e gli sgherri che ci abitano imparano il proprio posto grazie alle rudi lezioni del reame stesso, in un eterno ciclo di zuffe e conflitti. Tale è la natura del credo Norreno: imparare a combattere sprezzanti del pericolo (oltre all'importanza di agire con astuzia).
In altri reami, i luoghi sacri sono più definiti. Un luogo sacro potrebbe essere un boschetto con una polla d'acqua al centro, un circolo di pietre erette, o perfino una caverna che emana vapori sulfurei. Spesso questi siti si riconoscono non appena ci si mette piede: l'area è un distillato dell'essenza del potere del reame, un posto dove i visitatori possono sentire la presenza divina in modo quasi palpabile.
Non tutti i luoghi sacri sono piacevoli (almeno secondo i canoni della maggior parte dei babbi). Per esempio, la cantata parla di empi siti in alcuni reami di Baator che sono luoghi di dolore, dove i supplicanti viaggiano attraverso foreste metalliche di carne corrosa per scoprire la verità dell'agonia. Queste zolle imparano il loro posto nel multiverso tramite la lama di un coltello o la punta di un uncino.
In alcuni reami, i luoghi sacri sono governati da più di un membro del pantheon. I poteri buoni che condividono un terreno comune – come i Celti di Tir Na Og – spesso concedono uguale accesso al sito a tutti i fedeli dell'intero pantheon. Le regole di altri luoghi sacri variano in base alla forza crescente e calante delle diverse divinità. Molti pantheon tentano di evitare le dispute affidando a ciascun dio un certo tipo di luoghi sacri riservati a lui, dove i fedeli di altri poteri possono essere ben accetti ma non ricevere benedizioni dal proprio dio.
A prescindere da chi controlli un luogo sacro, l'area non è riservata ai soli supplicanti: i fedeli ancora in vita possono ugualmente visitarla per sfuggire ai pericoli del multiverso e ristorare forza e volontà assorbendo un briciolo di essenza divina. Ma questo genere di vantaggi è riservato ai veri credenti devoti del potere, e arriva solo dopo un opportuno periodo di meditazione.
Il beneficio può variare dal temporaneo incremento di un particolare attributo (per esempio +1 alla Forza per 1d4 giorni) alla restituzione di punti ferita persi (se appropriato alla sfera d’influenza del dio) al temporaneo uso di abilità che sono solitamente concesse soltanto ai sacerdoti specifici di quella divinità. In generale, comunque, il beneficio riflette la sfera d’influenza del potere.
Certo, un cavalier del giro non può attrarre il potere con l’inganno; è necessario avere reale fede per ricevere il dono benedetto. Un babbo che cerchi di pelare una divinità sarà fortunato se esce dal luogo sacro ancora vivo.
Anche così, spesso i normali visitatori sono i benvenuti. In fondo, a molti poteri piacciono le dimostrazioni di forza, e quale modo migliore per convertire fedeli di una dimostrazione diretta? Ma gli impuri che profanano un luogo sacro con la propria presenza verranno comunque allontanati — a meno che possano in qualche modo ingannare le guardie del sito o che abbiano le spalle coperte da un dio più potente.
Visitare un luogo sacro può essere un buon modo per ricevere la guida di un dio senza coinvolgere davvero il dio stesso. E può essere il trampolino di lancio per ulteriori avventure: come prolungamento della potenza divina, infatti, un luogo sacro tende ad attirare orde di babbi sgradevoli in cerca di un pezzettino di divinità.
Incontrare un dio
in quasi nessuna circostanza dei normali mortali arriveranno mai ad incontrare un potere in modo intimo e personale. Gli dèi sono semplicemente inconoscibili. Forse un mortale su un milione ha mai visto un dio in tutta la sua gloria, e di quei pochi, forse uno su un milione ha attirato direttamente la sua attenzione. La forza e la conoscenza necessarie a farsi notare da un dio sono al di là della portata dei più. Questo non significa che i poteri ignorino i propri seguaci: perfino un potere non può permettersi di snobbare i molti spaccaossa la cui fede lo tiene vivo e vigoroso.
È comunque un giorno particolare quello in cui un potere si focalizza su uno specifico adoratore, così come è raro per un mortale focalizzarsi su una specifica ape in un alveare. Può succedere, ma di solito non accade.
Ed è una buona cosa – pochi babbi che smaniano per incontrare un dio sono preparati per tale esperienza. Tanto per cominciare, il visitatore è schiacciato dalla mera presenza della divinità. Perfino i più sfiduciati non credenti non possono fare altro che inchinarsi se messi a contatto con il puro potere irradiato da un dio.
Non è un caso che i poteri tendano a manifestarsi come avatar: la vera e completa gloria di un potere può ridurre un mortale in cenere (o quantomeno renderlo sballato). Per cui, se una zolla è abbastanza fortunata da parlare con un potere, c'è da scommettere che stia parlando con un avatar, non con la vera essenza del dio. La verità è che la maggior parte dei poteri non vuole esporre la gente alla cieca e distruttiva conoscenza di cosa significhi essere un dio.
Certo, alcuni poteri festeggiano nel ridurre in polvere sfortunati mortali, ma sono l’eccezione, e la maggior parte dei tagliacci sa che è meglio girare loro alla larga. E anche se i signori abissali e altri quasipoteri malvagi vorrebbero sapere come poter uccidere con la sola presenza, essi sono ancora abbastanza lontani dal racimolare abbastanza forza per ottenere ciò.
Scampare al Libro dei Morti
Qualunque zolla incline a frugare in un reame divino farebbe meglio a tenere a mente alcune semplici regole. Un babbo che non le segua correrà facilmente il rischio di essere spiaccicato nell'oblio.
Prima di tutto, qualunque visitatore di un reame dovrebbe prestare molta attenzione alla sfera di influenza del dio locale. È solo una questione di cortesia e buon senso. Meglio non lanciare palle di fuoco in un reame di ghiaccio e neve, o uccidere animali nel reame di un dio della natura. E non tentare di minimizzare una trasgressione. Di solito non è difficile capire quando si sta oltrepassando il limite, in un reame — la maggior parte degli abitanti del luogo può dirvelo — e nessuna scusa può evitare di dover capire chi comandi (in caso di dubbi, almeno è bene cercare di figurarsi a chi appartengano i reami vicini — questo dovrebbe dare almeno un'idea della terra in cui si è ospiti).
In secondo luogo, qualunque sballato sa che è una pessima idea registrare nel libro dei morti i supplicanti di un reame a meno di avere veramente un ottimo motivo. I poteri hanno lavorato a lungo per costruire questa base di supplicanti, e non trattano bene i babbi che arrivano a seminare distruzione tra i loro fedeli. Inoltre, uccidere un supplicante prima che sia pronto a fondersi con il potere significa che il dio trarrà meno forza dall'unione. Perché mai una divinità dovrebbe lasciare che ciò accada?
Il prossimo consiglio potrebbe sembrare ovvio, ma non è meno valido: non predicare la parola di altri dèi. È come trovarsi nella stamberga di un amico e raccontargli di quanto bravo e ospitale sia un altro babbo. Oltre ad essere tremendamente scortese, questo può facilmente attirare sul predicatore le violente ire dei locali. Non ne vogliono sapere di altri poteri — o il loro dio non vuole che lo sappiano, il che di solito è essenzialmente è la stessa cosa. Se ai supplicanti importasse qualcosa di un'altra divinità, avrebbero venerato quella nelle loro vite mortali.
Quarto, parecchia gente sembra dimenticare che la maggior parte delle religioni del Piano Materiale ha riti e usanze consolidate, che nel reame di un potere sono ancora più importanti, diventando parte della vita quotidiana. È un modo per i supplicanti di dimostrare devozione, e degli abitanti di focalizzare il pensiero. Per evitare guai, è sempre molto meglio imparare i costumi locali. In alcuni reami, ai nativi non importa molto se uno straniero non segue i rituali (anche se gli arriverà qualche occhiataccia); in altri, i fedeli prendono le pratiche più seriamente e si aspettano che i visitatori facciano altrettanto. La punizione per non aver seguito un rito può variare dalla semplice espulsione a una straziante tortura. Meglio non mettere alla prova la devozione dei supplicanti.
Infine, chiunque si avventuri in un reame dovrebbe imparare dove può mettere piede e dove non può. Non tutti i luoghi sacri sono aperti al pubblico. Una testa di legno che entri dove non dovrebbe finirà male molto più facilmente di un tagliaccio più attento. E quelli che non sanno accorgersi di quando sia il momento di tornare indietro, probabilmente ne meritano le conseguenze.
(IMPORTANTE! POLICY: Gran parte del testo è liberamente tratto e in parte adattato dalle fonti citate e comunque dalle pubblicazioni Dungeons & Dragons della TSR e della Wizards of the Coast, nonchè dalle traduzioni ufficiali della 25 Edition, oltre ad altre fonti come le pubblicazioni della PAIZO Publishing per Pathfinder, che mantengono i diritti, intellettuali e non, sull'ambientazione e i suoi elementi. Allo stesso modo tutte le immagini sono coperte da copyright e vengono presentate senza alcuno scopo di lucro, corredate di autore e proprietario, e pertanto non sono riproducibili o utilizzabili in nessun ambito commerciale.)