L'elemento più importante per comprendere il punto di vista e l'atteggiamento mentale di ogni drago è il tempo. I draghi non intendono vivere per l'istante presente: hanno una vasta riserva di istanti che si prospetta davanti a loro. Non si angosciano all'idea di perdere tempo. Se c'è una cosa che i draghi hanno in abbondanza, questa è proprio il tempo, e quindi non si lasciano mai prendere dalla fretta.
Anche i più ottusi tra i draghi cercano di occupare il tempo tenendio in esercizio le loro menti. Risolvere enigmi è una delle loro attività preferite, anche se il tipo di enigma dipende dalla specie di drago coinvolto. Alcuni, come i draghi di rame e di bronzo, vanno alla ricerca di difficili rompicapi di natura benigna. Altri, come i rossi e i blu, prendono in considerazione certi tipi di indovinelli, ben più oscuri. Tramano modi per soddisfare la loro avidità, sconfiggere i nemici e ottenere potere sulle altre creature. Molti studiosi ritengono che la naturale predisposizione dei draghi per la magia sia il frutto dei rompicapi con i quali giocano sempre per tenersi impeganti.
Molti draghi cercano anche la conoscenza come fine a se stessa. I draghi più anziani divengono spesso i depositari di antica saggezza e sapere.
Gli avventurieri umanoidi in cerca di gloria e fortuna di norma attraversano tre stadi della loro vita (adolescenza, maturità e mezza età). Anche l'elfo più longevo cerca di stipare il grosso delle sue imprese in queste fasi della vita. I draghi, d'aòtro canto, un po' per desiderio un po' per necessità, ambiscono a gloroa e fortuna dal momento in cui si schiudono le loro uova fino al momento in cui alla fine soccombono a causa dell'inclemenza degli anni. Dato che distribuiscono le loro attività vitali lungo un arco temporale molto vasto, i draghi si prendobno pause ben più lunge tra le avventure e le missioni rispetto a un gruppo di avventurieri umanoidi.
Se un drago dovesse unirsi a un gruppo di avventurieri, potrebbe rimanere interessato per il tempo necessario a completare una o due missioni, dopodiché qualcosa di diverso attirerebbe la sua attenzione, e se ne andrebbe per diversi anni con l'intento di intraprendere una nuova attività. Al momento del ritorno scoprirebbe che i suoi vecchi compagni sono prossimi al pensionamento, o che la loro età è già troppo avanzata per consentire loro di andare in missione. Il drago, tuttavia, resta sempre giovane e vitale, e anzi diventa più forte anno dopo anno. Pur rattristato per la perdita dei suoi compagni, proseguirebbe alla volta di altre sfide.
Tutti i draghi puri sono molto pazienti. E' raro che si affrettoino o si slancino, poichè ritengono che le cose debbano essere sempre fatte per bene. Per un drago, fare una cosa per bene implica di solito passare molto tempo (dal punto di vista degli esseri meno longevi) a meditare sul passo successivo da compiere.
La longevità di un drago è forse la principale causa per vanità e arroganza. Un drago da solo assiste a generazioni di esseri che nascono e muoiono durante la sua lunga vita. Come può, dunque, considerare tali creature qualcosa più che insetti, quando li vede nascere, crescere e morire? E nel frattempo il drago si rafforza e diventa più potente, ulteriore prova (quand'anche solo nella sua testa) della sua superiorità. I draghi tengono a bada persino l'implacabile tempo, laddove le creature inferiori soccombono e scompaiono dopo una breve scaramuccia. Disponendo di un potere analogo, è strano che un drago si ritenga l'apice della creazione?
Un drago può buttarsi nel vivo della mischia se ritiene in pericolo la sua vita, o se deve proteggere la sua compagna, i suo cuccioli o il suo tesoro. Per il resto, poche questioni sembrano urgenti.
L'ira di un drago può estendersi per diverse gebìnerazioni umane, pareggiata solo dalla pazienza della creatura. L'umanoide che commette un torto verso un drago può anche sfuggire all'ira di costui se muore di morte naturale prima che il drago si decida a esigere vendetta. I discendenti di quell'umanoide, però, farebbero bene a preoccuparsi, se fossero a conoscenza della situazione, poiché il drago potrebbe colpirli dopo anni o secoli dalla morte del "criminale".
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