Psicologia e mentalità dei non-morti

Psicologia e mentalità dei non-morti

Come accade per i vivi, non ci sono due non-morti con lo stesso esatto punto di vista. Tuttavia, in una popolazione composta di carne stantia, gusci scheletrici o inconsistenti ombre di volontà maligna, emergono certe somiglianze.

Intelligenza

La morte determina la vita… Una volta che la vita è finita, essa acquista un senso; fino a quel punto essa non lo possiede; quel senso è sospeso e perciò ambiguo.1

La capacità di pensare è una qualità che la maggior parte dei non-morti non possiede. I non-morti senza mente rispondono soltanto a stimoli o comandi programmati, guidati da nient'altro che l'energia che li anima. Questi non-morti non hanno punti di vista; sono privi di pensiero. Essi sono quasi meccanici nelle loro azioni, e spesso tali azioni sono facili da anticipare quanto la rotazione di un mulino ad acqua.

D'altra parte, a volte i non-morti senza mente sono agenti di un padrone intelligente, che si tratti a sua volta di un non-morto o semplicemente di un individuo maligno. Pertanto, anche i non-morti senza mente potrebbero dar prova di essere nemici sorprendenti, se le loro posizioni e risposte ad una data situazione sono adeguatamente coordinate e preparate. Solo i non-morti intelligenti, tuttavia, hanno il lusso di possedere un punto di vista e uno stato psicologico comprensibile.

Tempo e immortalità

La morte confina con la nostra nascita, e la nostra culla si erge nella tomba.2

Quelle creature abbastanza fanatiche da cercare davvero la non-morte si sforzano di sfuggire ai vincoli della mortalità e in tal modo guadagnare un'esistenza molto più lunga rispetto alla naturale estensione della loro vita. Questi mortali spesso presumono che questo dono di tempo prolungato giunga senza un prezzo. Essi sperano che, poiché l'estensione delle loro esistenze non ha più limiti di tempo, saranno in grado di realizzare tutti i loro sogni e le loro visioni.

I viventi trascorrono il loro tempo vivendo la vita e raccogliendo esperienza, dando in tal modo forma alla propria personalità e regolandola secondo il mondo che cambia attorno a loro. In contrasto, la mente dei non-morti vede il passaggio del tempo in modo molto diverso. I non-morti esistono, non vivono. La vita significa cambiamento, e benché i non-morti resistano al tempo e imparino cose nuove, essi raramente cambiano o apprezzano nuovi paradigmi. A parte poche rare eccezioni, il punto di vista di un non-morto resta stagnante per decenni o secoli della sua esistenza, nonostante le nuove esperienze e situazioni in cui potrebbe imbattersi.

La rigida natura della loro mente è il motivo per cui molti antichi non-morti sembrano pazzi. Di fatto, essi potrebbero semplicemente stare operando con obiettivi e aspirazioni che sono leggermente fuori tempo con il mondo presente. Sfortunatamente, come ogni ambizione che non può essere influenzata dalla ragione o temprata dalle circostanze che cambiano, gli obiettivi degli ostinati non-morti immortali diventano un male canceroso che può solo essere rimosso. Mentre una creatura vivente potrebbe accettare un compromesso quando la vita porta una nuova sfida, i non-morti raramente possono fare qualcosa di diverso da ciò che hanno sempre fatto.

Compassione

La compassione è una scelta. Quando qualcuno è percepito come compassionevole, quella persona ha fatto una serie di scelte. I non-morti senza mente sono già fuori dai giochi quando si tratta di fare scelte, ma cosa si può dire sui non-morti senzienti e la compassione?

Chiaramente, la scelta di essere compassionevole non è qualcosa che la maggior parte dei non-morti intelligenti prende in considerazione. In molti casi, l'evento che ha animato uno specifico non-morto è un'esperienza così trasformativa da imprimere la propria immagine nel nuovo non-morto. E in quasi tutti i casi, quell'evento è generato da un impulso o un'azione di natura malvagia.

Ma un individuo è davvero malvagio se non considera le conseguenze delle proprie azioni? Certo che sì, ma considerate il male per amore del male — la capacità di riconoscere che le azioni compiute causeranno orrore, rovina e morte e ciononostante compiere quelle azioni comunque. La maggior parte dei non-morti intelligenti mantiene abbastanza memoria della propria vita passata da sapere che i suoi atti sono orrendi. Alcuni possono anche avvertire fitte di colpa che possono diventare tanto laceranti da far sì che essi permettano capricciosamente alle proprie vittime sopravvissute di andarsene libere. Questo atto diventa più probabile se il non-morto è un dieta-dipendente che si sia recentemente nutrito del suo boccone preferito. Tuttavia, quando inevitabilmente la fame sale di nuovo, il non-morto potrebbe maledire la propria generosità, cercando di nuovo coloro a cui aveva precedentemente permesso di fuggire.

Per altri non-morti con la capacità di "percepire", questo è un carico più semplice da portare se essi si sono mentalmente separati dalle loro vecchie vite. Questi non-morti non possono sentire empatia per le loro mancate vittime perché non sentono più una qualche affinità con loro. Per questi individui, i viventi sono ora la preda, e i non-morti i predatori. Esattamente come un lupo uccide le bestie deboli e vecchie di un branco, così anche i non-morti possono predare i vivi, semplicemente svolgendo il loro ruolo nel "naturale" ordine della vita.

Progenie

Molti non-morti hanno la capacità di creare progenie, ma essi trattano i loro "figli" in modo molto diverso da come fanno i mortali. Sebbene esistano eccezioni (come i necropolitani, che sono creati volontariamente da altri non-morti in un'orribile e dolorosa cerimonia), la maggior parte dei non-morti tende a ricadere all'interno dei parametri generali descritti di seguito.

Ragioni

I non-morti di bassa intelligenza (come per esempio le ombre) che hanno la capacità di creare progenie lo fanno quasi incidentalmente. Essi non creano progenie per alcun proposito elevato ma come semplice conseguenza della maledizione che dona loro l'esistenza. A volte i non-morti di bassa intelligenza arrivano persino a considerare la progenie che hanno creato come concorrente per le stesse risorse viventi, dando quindi luogo ad un conflitto.

I non-morti con maggiore intelligenza (come per esempio i wraith e i vampiri) di solito creano progenie solo quando ciò serve ai loro scopi. Sfortunatamente per le vittime viventi, creare progenie è spesso nel miglior interesse di tali non-morti. Dopotutto, non solo questo elimina un potenziale avversario ma crea un alleato disponibile nel processo.

Controllo

Una volta che i non-morti hanno creato la loro progenie, essi possono comandare questi "figli" nel modo che più ritengono adatto. Il potere che hanno sulla progenie da loro creata ha effetto fino alla loro morte, al momento della quale tutta la loro progenie diviene libera. La progenie, a sua volta, ha la stessa capacità di creare figli a propria immagine e può comandare tali "discendenti" allo stesso modo in cui è a sua volta controllata dal proprio creatore.

Non è infrequente che nelle gerarchie dei non-morti si instaurino grandi reti di controllo che risalgono al non-morto più anziano, che ha innescato la catena ed è sopravvissuto. Alla fine, i "capi" di queste reti di non-morti possono arrivare a detenere grande potere se guidano la loro famiglia sempre crescente in modi che massimizzino la loro forza e minimizzino la loro esposizione al rischio di essere trovati ed eliminati da zelanti cacciatori di non-morti.

Di solito, anche creature con una libera volontà limitata arrivano a risentirsi per il fatto di essere sotto il controllo di qualcun altro, ma questo non è vero per la progenie non-morta. L'atto della loro creazione genera un legame di servizio e persino di affetto per i loro creatori. Benché questo comando possa essere brevemente indebolito dall'abilità — propria dei chierici — di intimorire o scacciare i non-morti, questi ultimi ritornano sempre al servizio dei loro creatori se possibile.

Affetto

Chiamare una qualche porzione del legame fra progenie e creatore "affetto" potrebbe essere un'esagerazione ma la progenie è certamente servile nella sua attenzione ad ogni dettaglio dei desideri del suo creatore. La progenie non esita mai a compiere qualsiasi azione le venga comandata dal creatore, anche se tale azione porta a distruzione certa.

Questo "affetto", tuttavia, non corre necessariamente in entrambi i sensi. Per la maggior parte, i creatori di progenie si interessano poco al fato di coloro che hanno creato tranne fintanto che esso serva a un piano più grande o generi un corpo di utili servitori. I non-morti intelligenti vedono la loro progenie praticamente nello stesso modo in cui considerano i non-morti senza mente al loro servizio — sacrificabili.

Alcuni non-morti che mantengono corpi fisici e possono creare progenie (in particolare i vampiri) mantengono un forte legame con la società che li ospitava quand'erano vivi. Per questo, potrebbero continuare a nutrire vero affetto per individui ancora viventi. Torturato dal pensiero di perdere il contatto con un amico o una persona amata, un non-morto potrebbe cercare quella persona e, pazzo d'amore, provare a convertire il suo amato in una progenie. Se il tentativo ha successo, la persona amata si unisce ai ranghi del non-morto, ma il legame fra i due è ora artificialmente imposto dalla natura della creazione. L'"amato" ora esiste in un'orribile posizione di affetto obbligatorio.


Bibliografia
1. Andy Collins, Bruce R. Cordell, Liber Mortis - Il libro dei Non-Morti, Wizards of The Coast & Hasbro, Ottobre 2004. Cfr. anche la pagina Non-Morti su it.ldf.wikia.com - vedi la pagina.

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