Introduzione
Enormi branchi di armaniti imperversano lungo il 377° strato dell'Abisso, un luogo di movimento fragoroso, costante e sprecato. Sulle Pianure di Gallenshu nulla sembra connesso e non esistono altro che polvere, noia, doveri e morte improvvisa. Gallenshu vive nel presente, come un'armata in marcia, senza pianificare più in là della prossima imboscata, il prossimo tradimento o il prossimo pasto. Questa assenza di programmi a lungo termine non è una cattiva idea, considerato che in questo posto la polvere impedisce di vedere a più di un palmo dal naso e le carovane mettono in conto di smarrirsi per metà del viaggio.
Descrizione e storia dello strato
Questo strato è stato scoperto da Xorna, una ex-githyanki schiava degli armaniti che riuscì a sfuggire alla sua prigionia. [2]
Un tempo, Gallenshu era una terra lussureggiante, con oltre una dozzina di città abitate dai varrangoin. Nella fortezza Panoramica (fortress Overlook), situata nei Pozzi di Oscurità, è presente un dipinto che raffigura una mappa di Gallenshu come appariva in quel tempo lontano. [4]
Ora, le Pianure di Gallenshu sono un luogo polveroso, con forti luci blu e poca acqua, dove tutto avvizzisce in fretta. Le dense nubi di polvere ammantano ogni cosa bloccando la visuale; proprio come i banchi di nebbia, possono essere spesse o sottili, ma sono sempre presenti in tutte le Pianure. La terra stessa è composta di carne, sangue e ossa, presumibilmente ridotte in polvere da generazioni di zoccoli scalpitanti. L'aria è sempre piena di questa polvere appiccicosa, rendendo il respiro difficoltoso e infilandosi negli occhi quando c'è vento. [1]
Un tempo, Gallenshu ospitava grandi quantità di varrangoin, ma i pipistrelli abissali sono in declino da lunghi eoni. Anche se non molti se lo ricordano, le città dei varrangoin giacciono ancora come rovine sotto la polvere, assieme a qualsiasi tesoro che i varrangoin abbiano dovuto abbandonare. Queste città sono dannatamente difficili da trovare, dato che gli armaniti non si interessano a queste rovine e i varrangoin non ne parlano. Il miglior modo per trovarne una è avere fortuna: un tagliaccio che veda un varrangoin grattare il terreno può star sicuro che ci sia una città in quel punto, perché i varrangoin non hanno mai dimenticato i siti della loro gloria perduta. [1]
Condizioni speciali —
La polvere che riempie costantemente l'aria è tossica, e lascia nauseati come un incantesimo di Nube Maleodorante. Gli armaniti sono immuni, ma basta anche una semplice maschera filtrante per proteggere bocca e naso. Tentare di disperdere la polvere con del vento magico però non funziona, dal momento che queste polveri sono ovunque. L'effetto meno immediato ma più letale della polvere è oscurare la visuale in tutte le direzioni. Nelle Pianure di Gallenshu è decisamente facile perdersi e finire a girare in tondo, specialmente senza una guida. Infine, tutti i materiali non nativi dell'Abisso marciscono piuttosto in fretta. I metalli sono immuni, ma qualsiasi altra cosa non magica si sgretola nel giro di un mese. [1]
Insediamenti principali
Esistono ventiquattro insediamenti principali su Gallenshu, ciascuno dei quali è retto da un Console, che comanda fino a un centinaio di branchi. Gli insediamenti armaniti sono poco più che stalle fortificate, luoghi dove ricompattarsi, riposarsi e riarmarsi prima della prossima sortita contro i baatezu o contro il signore della guerra rivale (non importa quale). Le più conosciute sono Ambra, Basalto, Pietra di Sangue, Scheggia d'Osso, Argilla, Ferro Freddo, Fonte Nera, Vetro Grigio, Giada, Sangue di Mago, Marrone, Ossidiana, Ocra, Sangue di Bue, Porpora, Punta d'Argento e Stinco d'Acciaio. Questi insediamenti permanenti sono ammassi di mura, recinti e cancelli costruiti attorno ad un pozzo centrale munito di armerie, magazzini e granai. In tempi di pericolo, come durante un assedio, tutti i non tanar'ri vengono radunati e impalati sui bastioni, sia per rallentare l'avanzata del nemico che per eliminare spie e traditori all'interno. [1]
Mane Nero (Black Mane)
La più grande città di Gallenshu è Mane Nero, un luogo più antico degli stessi armaniti; un tagliaccio che si rechi qui può sentire l'età del posto nelle proprie ossa. Nessun singolo Konsul governa qui, ma la città è difesa da un'élite di cavalieri rutterkin in sella a enormi cavalli meccanici d'ottone. Mane Nero è un territorio neutrale dove gli armaniti senza un capo si radunano in cerca di patroni mentre questi ultimi si raccolgono qui per reclutare eserciti. [1]
Sangue di bue (Oxblood)
La cittadina di Sangue di Bue è famosa per i suoi Cavalieri, un clan di rutterkin i cui membri sostengono la locale milizia degli armaniti servendola in qualità di strigliatori e soldati di pattuglia. I padroni sono chiaramente gli armaniti, non i loro cavalieri. Certo, un rutterkin di Sangue di Bue è tanto deforme quanto qualsiasi altro membro della sua specie, ma è anche un cavaliere nato, capace di cavalcare appeso a un fianco del suo padrone o in piedi sulla schiena dell'armanite come una scimmia. Tutti questi rutterkin portano sciabole seghettate e piccole balestre munite di barbigli che sparano quadrelli cosparsi di arsenico. [1]
Altri insediamenti —f
Gli altri sette insediamenti sono piccoli accampamenti mobili che ospitano le femmine degli armaniti (i due sessi vengono tenuti rigidamente separati per la maggior parte della vita, dato che finiscono inevitabilmente per combattersi quando si incontrano). Questi agglomerati di tende, carri e larghe torri su ruote cambiano nome ogni volta che si spostano.
Governo e principali personalità dello strato -con
Le Pianure di Gallenshu sono uno strato indipendente, e non appartengono a nessuno se non agli armaniti stessi. [3] Molti di loro seguono il Signore Abissale Baphomet, ma molti altri venerano il signore della guerra di turno. Questi condottieri incoraggiano il culto della personalità, e ai leccapiedi che mostrano un briciolo di ambizione è generalmente concesso l'onore di portare lo stendardo del branco in battaglia, un compito che si rivela fatale in molte occasioni. Chi si ribella finisce all'albero secco.
Lo Stallone d'Ambra guida il più grande e potente branco di armaniti e il suo dominio è in procinto di estendersi ad altri villaggi vicini. Il vero nome di questo console è ignoto perfino ai suoi più fidati consiglieri, per paura di strani trucchi magici. Dalla parte dei varrangoin, il più grande condottiero è Vis Nirrin Vis, che ha radunato un'armata di migliaia di suoi simili e pianifica una controffensiva, sperando di prendersi qualche città appena avrà trovato aiuto da abbastanza uomini all'interno, magari tiefling o altri viaggiatori. [1]
Servizi -con
Gli armaniti sono sempre pronti a seminare distruzione, saccheggiare e spargere sangue. Compagnie indipendenti di armaniti servono come corrieri, guardie ed esploratori. I loro servigi costano almeno 100 grane al giorno, ma almeno uno sgherro può stare sicuro che non si perderà nella polvere con un tanar'ri al suo fianco. Inoltre, gli armaniti sono disposti ad armare gli stranieri per la guerra. Gli armaniti infermi, vecchi o deboli sono soppressi sul campo di battaglia come un cavallo zoppo o schiavizzati dai loro simili e messi a soffiare i mantici o forgiare il ferro. Alcuni di questi fabbri-schiavi raggiungono una reputazione sufficiente ad attirare l'attenzione di un Signore Abissale: questo evento è chiamato l'Amara Emancipazione, perché non solo gli armaniti perdono un ottimo artigiano, ma il fabbro-schiavo stesso si ritrova a doversi profondere in grandi sforzi per compiacere il Signore o essere trasformato in un mane. [1]
Gli armaniti sono eccellenti maniscalchi: i loro gioghi e finimenti sono i migliori di tutti i piani. I loro ferri di cavallo sono sempre di qualità superiore, a volte perfino magici. Gli armaniti sono conosciuti anche per i loro colorati stendardi, bandiere e pellande. [1]
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