Ogdoade (Ogdoad) o Hemeneyu

Ogdoade (Ogdoad) o Hemeneyu

Rapporti con altre divinità

L'Ogdoade e l'Enneide

La maggior parte dei babbi ha sentito parlare dell'Enneade Eliopolitana, i nove Poteri Egiziani dell'Ordine: Ra, Shu, Tefnut, Geb, Nut, Osiride, Iside, Set1 e Nefti. Ma c'è anche l'Ogdoade Ermopolitana, un gruppo meno noto ma ugualmente importante di Poteri Egizi che incarna il Caos. Il loro gruppo segue devotamente la Regola degli Opposti e la Regola dei Tre ed è quindi composto da otto poteri, ovvero due elevato alla terza. [2]

Benché molto meno conosciuta rispetto all'Enneade, l'Ogdoade è popolare fra i viaggiatori planari per via dei concetti multiversali che i suoi membri rappresentano. Si può dire, quindi, che l'Ogdoade sia riuscita ad avere successo pur ricoprendo il ruolo di parte "perdente" all'interno del suo pantheon (in modo simile al cananeo Yam, ai Titani dei Greci, ai vari poteri perduti dei Celti e a molti altri). [2]

Thoth e l'origine dell'Ogdoade

Nel reame di Khemno, chiamato "Ermopoli" dai seguaci dei Poteri Olimpici, si batte che inizialmente il dio supremo del Pantheon Egizio fosse il saggio Thoth: grazie al potere della parola, [5] egli avrebbe creato un gruppo di otto dèi chiamato, nel complesso, Hemeneyu dai seguaci del pantheon ma meglio noto come "Ogdoade" al di fuori di tale cerchia. Un altro epiteto più mistico per queste divinità è quello di "Otto Padri e Madri della Luce e della Vita". [1] Singolarmente, ciascuna delle divinità che componevano il gruppo era chiamata He. [3]

Secondo il mito, questi otto poteri avrebbero avuto origine in tempi antichissimi e avrebbero personificato le forze originarie del Caos. Una loro caratteristica distintiva era quella di essere divisi in quattro coppie maschio-femmina — probabilmente per effetto della Regola degli Opposti —, ognuna delle quali personificava un concetto astratto. [3]

Gli dèi dell'Ogdoade risiedevano originariamente nel Caos ma, dopo che Thoth li ebbe richiamati grazie al potere della parola, [5] assunsero forma più definita ed emersero dalle acque primordiali nei pressi della città di Tebe. Successivamente, le divinità si recarono alla città di Ermopoli, [3] il cui nome originario, Khemno, significa proprio "Città degli Otto". [4] Qui, gli otto poteri crearono una collina di fango primordiale chiamata Isola delle Fiamme o Isola dei Coltelli. Poi — in maniera misteriosa o grazie ad un uovo da loro creato — diedero vita al Sole. Per un certo periodo di tempo, l'Ogdoade assunse il compito di consentire il sorgere del sole quotidianamente, proteggendolo nell'Oltretomba.

Una cantata afferma che alla fine, tuttavia, le otto divinità sarebbero tornate a Tebe per andare a morire sulla collina di Medinet Habu. [3] Thoth, tuttavia, non li seguì ma si associò agli dèi più giovani che nel frattempo erano emersi. [5]

Secondo un'altra versione, tuttavia, i membri dell'Ogdoade non sarebbero morti ma manterrebbero tuttora il loro regno e una certa importanza, sebbene minore rispetto alla più famosa Enneade; stando a questa cantata, essi risiederebbero tutt'oggi su Muspelheim, il secondo strato di Ysgard. [2]

Ricordando come per gli Egizi la verità non sia rigida ed esclusiva ma vada desunta miscelando le varie fonti disponibili [6] [7], la conclusione più probabile è che queste divinità non siano mai morte ma abbiano semplicemente patito un significativo calo di popolarità a favore dell'Enneade. Secondo una ricostruzione, inoltre, le voci sulla loro morte potrebbero essere state rafforzate dalle vicende che portarono una divinità dell'Ogdoade, Amon, ad essere associata al vestigio con lo stesso nome. [8]

Segni particolari

L'Ogdoade non ha un capo ma è composta di quattro coppie gerarchicamente uguali. Non ci sono casi noti di tramiti presi dai membri dell'Ogdoade e nessuno di loro usa abitualmente dei simboli. Tutti loro appaiono come rane (se maschi) o serpenti (se femmine) o come umani con teste di questi animali, simbolo delle acque da dove tali poteri sono emersi; [3] in certi casi, essi hanno anche preso la forma di babbuini. [2]

Il reame di Ermopoli

Il reame di questi dei è chiamato Ermopoli o Khemno (o Khemenu) — letteralmente "Città degli Otto". Situato nello strato ysgardiano di Muspelheim, esso sorge su una massa di terra chiamata "Isola delle Fiamme", che si dice sia stata il luogo di nascita di una stella. [2]

Membri dell'Ogdoade


Bibliografia
1. Colin McComb, Robh Ruppel, On Hallowed Ground, TSR, Inc., Ottobre 1996; le medesime informazioni sono riportate anche alla pagina Pantheon Egizio su "Sigil Online" (sigilonline.altervista.org) - vedi la pagina
2. Tratto dalla pagina The Ogdoad su "A Tiefling Exultation's" ora archiviato su web.archive.org - vedi la pagina
3. Tratto dalla pagina Ogdoade su "Wikipedia Italia" (it.wikipedia.org) - vedi la pagina.
4. Tratto dalla pagina Ermopoli su "Wikipedia Italia" (it.wikipedia.org) - vedi la pagina
5. Tratto dalla pagina Thot su "Enciclopedia Treccani" (www.treccani.it) - vedi la pagina
6. Françoise Dunand e Christiane Zivie-Coche, Gods and men in Egypt : 3000 BCE to 395 CE, Ithaca, NY, Cornell University Press, 2004
7. Tratto dalla pagina Enneade su "Wikipedia Italia" (it.wikipedia.org) - vedi la pagina
8. Contributi di raccordo da parte dello staff di "Enciclopedia Treccani"

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