Lingua e modi di dire Githzerai

Lingua e modi di dire Githzerai

Githyanki e Githzerai - by Wayne Reynolds

Il termine Gith ha molti significati, a seconda del contesto in cui è usato. Può riferirsi all'eroina che, insieme a Zerthimon, condusse il Popolo alla vittoria contro gli illithid, al nome del linguaggio dei Githzerai, o alla razza originaria prima della divisione, o può essere un semplice aggettivo riferito ai githzerai o agli oggetti creati da essi. Il gith è un linguaggio strano, alieno, parlato sia dai githzerai che dai githyanki, anche se la pronuncia e l'accento dei due popoli tendono ad essere decisamente diversi: i githyanki riflettono la loro visione militaristica dell'esistenza anche nel linguaggio, che tende ad utilizzare molti termini bellici e militari anche nel parlato quotidiano; inoltre, la loro antica alleanza con i draghi rossi ha influenzato anche la lingua parlata, che tende a contenere sibili, suoni gutturali e inflessioni tipiche del draconico. I githzerai tendono ad essere un popolo più introspettivo, abituati a raccontare storie, aneddoti, e all'uso di metafore come mezzo per tradurre il loro pensiero.
L'accento dei githzerai è difficile da comprendere: le parole sembrano essere prese, spezzate e private delle vocali, prima di essere finalmente pronunciate.

Githzerai

Il termine "githzerai" è sia singolare che plurale (lo stesso vale per "githyanki"). La parlata dei githzerai presuppone che l'ascoltatore conosca le leggende e la storia del Popolo: senza questa conoscenza, molte delle frasi pronunciate da un gith risultano incomprensibili. Quando parlano in Comune, i githzerai hanno un modo curioso di utilizzare il verbo "conoscere", o "sapere". E' usato spesso per enfatizzare l'atto di trasmettere o cercare informazioni. Sembra avere anche la funzione di indicare un'idea di conoscenza completa, approfondita, del soggetto di cui si parla. Quando un githzerai fa una domanda è solito porla all'imperativo. Per esempio: "Salute, L'okr'att. Vorrei sapere da dove vieni."

"Sappi che il linguaggio del Popolo ha il suo fondamento nella storia. Ogni cosa, per noi, è come una storia; la metafora è uno strumento, e un'ispirazione. Sappi che, quando parliamo del tavolo di Toryg, ci ricordiamo che Toryg era noto per la sua ospitalità e il suo carattere amichevole. Quando parliamo del cuore di Selqant, ci ricordiamo dell'indole crudele e lasciva di Selqant. Di un saggio si dice che "ha scritto il libro degli Anarchs", mentre per accusare un altro di tradimento ricordiamo l'"occhio di Vilquar". Di una persona generosa siamo soliti dire che "i suoi armadi sono vuoti". I saluti più comuni includono "Ave, artista-della-spada" e "la stirpe di Zerchai si inchina a te", al quale si dovrebbe rispondere "E il viandante è benvenuto", frase a cui di nuovo il primo dovrebbe rispondere "E il viandante si rallegra". L'esistenza di ogni cosa, struttura o carne, materia o spirito, viva o morta, è determinata dal proprio conoscere se stessa. Quando una mente non si conosce, è imperfetta. Quando una mente è imperfetta, l'uomo è imperfetto.
Quando un uomo è imperfetto, ciò che tocca è imperfetto. Si dice che ciò che un uomo imperfetto vede, le sue mani lo distruggano."

- Dak'kon, Zerth

Seguono alcuni esempi di modi di dire Githzerai, con una spiegazione più o meno precisa (quando possibile) dell'origine del termine.

Ach'ali annega

"Quando si dice che 'Ach'ali annega', si intende dire che la risposta alla domanda posta non avrebbe alcuna utilità. Pronunciando questo detto si dichiara il desiderio che la domanda sia più specifica.
Nella nostra casa, il Limbo, dobbiamo plasmare il piano con le nostre menti e la nostra volontà, o il caos che lo compone potrebbe divorarci. Per farlo
dobbiamo conoscere noi stessi. Ach'ali era una del Popolo, ma non si conosceva. Giunse il tempo in cui essa si perse nella materia caotica del Limbo. Non sapeva come tornare alla sua comunità, così plasmò una piccola isola con i suoi pensieri, e attese.
Attese. Durante l'attesa, incontrò un viaggiatore, che nuotava nel mare del Limbo. Si dice che Ach'ali lo chiamò a sè per chiedergli la via verso casa. Avrebbe dovuto chiedere solo una semplice domanda: "Sai la direzione per la mia casa?", invece chiese "Cosa sai di questo piano?" Il viandante sapeva molto, e molto di ciò che disse era nuovo alle orecchie di Ach'ali. Le sue domande divennero sempre di più, finchè essa non seppe più dove si trovava, non seppe più di dover restare concentrata sul momento. La piccola isola che aveva creato si dissolse nel caos, ed ella annegò. E' una lezione che insegna il danno che deriva dal fare domande senza un motivo."

Un'altra versione della storia dice che Ach'ali, persa nel Limbo, creò una picola isola e un muro per difendersi da uno slaad che voleva divorarla. In attesa che lo slaad si stancasse e se ne andasse, iniziarono a porsi domande a vicenda. Ach'ali perse la sua concentrazione, ingannata dalle domande confuse della creatura del caos, dissolse il muro e annegò nel Limbo.

Il Cancello dell'Alba era sorvegliato

La guardia al Cancello dell'Alba, temendo un attacco, si costrinse a restare sveglia e allerta per molti giorni di fila, fino a crollare esausta. L'attacco non giunse nemmeno in quell'istante, ma solo svariati giorni più tardi. Questo evento viene tipicamente riferito come un esempio di eccesso di zelo che non porta ad ottenere nulla, nel bene e nel male.

Gokkat dorme

Gokkat era un iniziato Zerth che non riusciva a evitare di dormire più di quanto la sua disciplina richiedesse. Un giorno il suo maestro gli disse di vegliare sulla casa mentre lui si allontanava per degli affari, o essa sarebbe stata divorata dal caos del Limbo. Gokkat si ripromise di non addormentarsi, come suo solito, e iniziò a plasmare un piccolo brandello di materia caotica per tenersi sveglio. Dopo un po', tuttavia, iniziò ad appisolarsi. Si svegliò sentendo il rumore della porta che si apriva, ma ormai era troppo tardi. Il suo maestro passò silenziosamente. "Scusami tanto, scusami tanto", mormorò mentre lo scavalcava trattandolo come un ospire di riguardo. Accanto a sè giaceva un brandello confuso di materia caotica, ma la casa era intatta. Da quelgiorno, Gokkat non dormì mai più del dovuto. Questa storia viene usata per far comprendere ai giovani l'importanza della disciplina a prescindere dalle conseguenze che potrebbe portare il non applicarla, oltre che a mostrare come non sempre certi comportamenti e certe scelte debbano essere fatte solo per paura di una punizione che potrebbe non arrivare mai.

Il Braccio di Vreiqual

Vreiqual era il maestro e capo militare delle leggende gith, il cui braccio sinistro era attrofizzato fin dall'infanzia. Per questo motivo veniva schernito e chiamato "Fortebraccio". Ma, quando perse il suo braccio destro in battaglia, iniziò ad esercitare così tanto quello atrofizzato che crebbe e divenne due volte più forte e sano di quello perduto. A quel punto il soprannome divenne appropriato. Questo aneddoto viene citato per indicare una debolezza che, attraverso lo sforzo costante e l'ingegno di chi ne è afflitto, finisce per diventare un punto di forza.

K'atzn'ii al cancello: "chiedi e risponderai a entrambe le nostre domande"

K'atzn'ii era una pellegrina githzerai che vagava per il piano del Limbo per mettere alla prova la disciplina del Popolo. Sarebbe comparsa al cancello di ogni città githzerai e avrebbe posto una serie di domande. Le risposte che i cittadini le davano le permisero di conoscere la natura dei githzerai che vivevano oltre quelle mura. Non sapeva, però, che le domande che lei stessa poneva permettevano ai cittadini di conoscere la sua natura.

Ythrak illumina

Ythrak era un githzerai famoso per la sua capacità nell'intuire e fare balzi logici. A volte aveva ragione, altre si sbagliava. Tuttavia, quando aveva ragione, risolveva problemi su cui altri avevano riflettuto per anni. Questa frase potrebbe essere grossomodo riassunta come un equivalente Githzerai di un "eureka"; altre volte, viene usata come complimento nei confronti di qualcuno che ha trovato una soluzione ingegnosa a qualche problema apparentemente irrisolvibile.

La strada di H'rak era lunga

H'rak era un githzerai che non conosceva se stesso. Ci riuscì solo attraverso l'aiuto di chi disprezzava ed evitava. Nonostante questo modo di dire inviti a non nutrire pregiudizi e a non porsi limiti immaginari nelle proprie scelte ed esperienze, risulta evidente il paradosso dato dall'odio totale e spesso irrazionale che i githzerai nutrono nei confronti dei githyanki e degli illithid. In quel particolari caso, anche solo il suggerire che "la strada di H'rak" possa essere applicata anche nelle relazioni con quelle due razze è considerato quantomeno offensivo.

Tenga perdona

Tenga era noto per non perdonare mai chi gli faceva la minima offesa. Viene anche ricordato per la sua vita particolarmente breve. L'espressione "Tenga perdona" può essere interpretata come una minaccia velata e un modo per esprimere profondo rancore.

L'accidia di Tranard

Tranard era un githzerai famoso per la sua capacità di essere sempre pronto. Si diceva che quello che per lui era indolenza, per gli altri githzerai era uno stato di allerta.

Il giudizio di Oqalr

Oqalr era un viaggiatore planare. Viaggiava su tutti i piani, e al ritorno portava sempre con sè molte storie, creature e oggetti. Quello che vedeva giorno per giorno tra i piani era in continuo mutamento, e così anche le sue opinioni su molti argomenti cambiavano spesso. Il termine può voler diremolte cose, dall'incoraggiamento alla derisione, a seconda del contesto incui è usato.

La conoscenza del bambino

Un giovane iniziato può credere di conoscere la soluzione a un problema, e può sapere la risposta a una domanda del suo maestro, ma non conosce ancora il senso di queste risposte: questa conoscenza è una consapevolezza più profonda, che arriva solo con l'esperienza.

La scelta di T'cha

"La scelta di T'cha è diventata mia": è una parafrasi per indicare una situazione nella quale non si ha alcuna scelta nelle proprie azioni.

Le radici di Fri'hi

Quest'espressione viene usata per parlare di un pensiero, un ragionamento o un labirinto particolarmente contorto.

Appagare la follia di Hashma

Quest'espressione indica l'atto di barare, o usare mezzi illeciti per potersi avvantaggiare ai danni di qualcun altro.

Tramonto su Haldar

E' una forma di commiato rispettoso, spesso usato come saluto rivolto a una persona meritevole, o a qualcuno che ha appena fatto una cortesia o reso un importante servigio al githzerai o al Popolo intero.

Vedi anche:


Bibliografia
1. In parte traduzioni dal videogioco Planescape Torment (1999) © Black Isle Studios, Wizards of the Coast and Hasbro
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