Musée Arcane: La Gabbia delle Anime (The Soul Cage)

Musée Arcane: La Gabbia delle Anime (The Soul Cage)

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Un Museo di Archeologia Planare

R E R U M - A N T I Q U A R U M
S C I E N T I A - P L A N U M

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Karlia dalle Sette Bocche, Alta Sacerdotessa di Brihaspati (Karlia the Seven-Mouthed, High Priestess of Brihaspati)

(di Jon Winter)

“Resurrezione? Ma certo, posso eseguire la cerimonia, a condizione che la povera zolla morta si converta alla nostra fede. Dov’è morto il corpo? A Sigil? Oh.

“Vedi, c’è un problema allora. Non sono sicura di capire pienamente perché, ma mi è stato detto in sogno che questa è la Volontà della Signora. Un anno fa, un gruppo di tagliacci portò il loro amico morto qui a Nettare della Vita sul Monte Celestia. Mi dissero che il povero babbo era morto a Sigil a causa di un fulmine globulare che l’aveva colpito al petto. Sembrava davvero doloroso.

“Comunque, uno del gruppo era un paladino di Brihaspati come te, perciò io acconsentii ad eseguire la cerimonia. Lanciai l’incantesimo, con la benedizione di Brihaspati, e il cadavere malconcio venne guarito. Ciononostante, non tornò in vita.

“Non è che la cerimonia fosse fallita; il corpo, infatti era risanato e pronto per accogliere lo spirito. Piuttosto, era quest’ultimo a non poter tornare. Per qualche ragione, esso era intrappolato in quella sballata gabbia per uccelli, Sigil.

“Feci quello che potevo per quei tagliacci, perché erano davvero sconvolti. Diedi loro una pergamena con la preghiera scritta sopra e li invitai a ritornare a Sigil e a eseguire là la cerimonia. Forse, ragionai, lo spirito sarebbe stato in grado di trovare il suo corpo da lì. Non ho mai più avuto notizie di loro, perciò suppongo che il loro tentativo possa aver avuto successo.

“A voi spaccaossa do lo stesso consiglio. Posso guarire questo cadavere, ma la sua anima resterà intrappolata nella Gabbia. Ah, ma non posso darvi una pergamena con la preghiera scritta sopra. Ho usato l’ultima per quell’altra zolla e non ne ho più. Le mie scuse.”

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Un Breve Trattato sulla Natura Magica di Sigil, la Gabbia (A Brief Treatise On the Magical Nature of Sigil the Cage)

(di Jon Winter)

Estratto dal capitolo 32 di un testo molto più lungo scritto da Malakon Hordrick della Confraternita dell’Ordine.

La Signora del Dolore ha completamente isolato la Gabbia dai condotti astrali e dalla magia di viaggio planare. Nessun mezzo, eccetto i Suoi portali, può essere usato per guadagnare l’uscita dalla città e i portali sono creati e distrutti da Lei e Lei soltanto (almeno dalla Distruzione del Tempio di Aoskar).

È inoltre mia convinzione che la forma toroidale di Sigil sia dovuta alla confluenza di energie magiche causata dalla collocazione della città sulla cima della Guglia delle Terre Esterne. La magia negata delle Terre Esterne è incanalata verso l’alto attraverso la Guglia e la Signora usa questa energia per sigillare e sostenere la città.

L’effetto di tale chiusura è ben noto ai viaggiatori planari: per entrare nella Gabbia, essi devono individuare un portale e usare la chiave corretta. Allora, e solo allora, un portale temporaneo si apre fra la Gabbia e il multiverso esterno. Anche per lasciare la Gabbia è necessario procedere in questo modo, sebbene ci sia qualche speculazione su cosa accadrebbe se ci si buttasse dall’anello di Sigil. Come ho postulato nel Capitolo 27, Sottosezione 41.8, ciò avrebbe una delle seguenti tre conseguenze:

Uno: Una caduta di durata infinita lungo la Guglia. Notate che questa è l’area di magia morta delle Terre Esterne, perciò non funzionerebbe alcun incantesimo di volo o teletrasporto. Questo garantisce una sanguinosa morte ai piedi della Guglia al termine dell’eternità.
Due: Un effetto di “rimbalzo” casuale per via del quale si viene scagliati su un Piano completamente diverso. Probabilmente, ciò sarebbe altamente pericoloso perché la destinazione sarebbe sconosciuta e dunque lo sarebbero anche le precauzioni necessarie per viaggiare là.
Tre: Una gita ai Labirinti della Signora. Ella sembra evocare questi labirinti magici a volontà; perciò, non potrebbe essere possibile che Sigil stessa sia imprigionata in un Labirinto che Ella (o, più sinistramente, qualcun altro) ha concepito?

Io non so quale di queste possibilità sia vera e non ho alcuna intenzione di sperimentare di persona. Ciononostante, questi postulati portano a conclusioni interessanti. I portali sono l’unico possibile metodo di accesso da o verso la Gabbia. Cosa accade, quindi, a quegli esseri che sono incapaci di azionare portali? Ovviamente essi sono intrappolati nella città.

Considerate ciò per un momento:

Per la durata di tutta la storia nota, i Cinerei sono stati incaricati dalla Signora di occuparsi dei cadaveri della Gabbia. È stato suggerito che quella dei Morti sia la fazione più vecchia di tutte. Il quartier generale della fazione è il Mortuario, che contiene innumerevoli portali per la maggior parte dei Piani noti. I membri della fazione mandano i corpi dei morti al Piano che si accorda con le loro credenze in vita. Perché la Signora considererebbe importante una cosa del genere? Perché non gettare semplicemente i corpi nel Canalone o fuori nel Vuoto? Nessuno dei Poteri saprebbe di queste operazioni, dato che essi non possono vedere nella Gabbia, e privarli di supplicanti li indebolirebbe.

La mia opinione è che, se i cadaveri di coloro che muoiono a Sigil non vengono eliminati nella maniera corretta, gli spiriti si tratterranno nella Gabbia, intrappolati lì per sempre. Con ciò, intendo suggerire che – a meno che la salma non lasci Sigil attraverso un portale, permettendo allo spirito di “seguirla”, se volete – allo spirito viene negata per sempre una possibilità di diventare un supplicante.

Dove risiedono, quindi, questi spiriti? Ovviamente, le strade della Gabbia non sono invase da fantasmi, spiriti e non-morti. Di nuovo, tre possibili conclusioni:

Innanzitutto, la maggior parte delle salme dei morti di Sigil viene raccolta dai Raccoglitori ed eliminata nel modo corretto. In secondo luogo, gli spiriti perduti non assumono la forma di non-morti e, infine, ci deve essere qualche altro mezzo attraverso cui queste anime possano scappare, più o meno sinistro.

A questo punto nel Capitolo 32, Hordrick comincia a discutere la natura della non-morte e come un vampiro o una mummia potrebbero riuscire a stabilire collegamenti ai Piani dell’Energia Positiva o Negativa nella Gabbia. Il resto del capitolo è stato omesso.

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Fell, il Dabus che Non È (Fell, the Dabus who Is Not)

(di Jon Winter)

Tradotto dal rebus da Milori, che fornisce la seguente dichiarazione: “A causa della natura complessa di questa intervista, è abbastanza probabile che le mie traduzioni non siano perfette. Io disconosco ogni responsabilità per le sventure che potrebbero accadere a chiunque prenda queste parole in modo troppo letterale”.

“I Dabus vivono in tane al di sotto delle strade della Gabbia. Ogni spaccaossa lo sa. Ciò che non sanno è cos’altro ci sia qui sotto. Ci sono gallerie fognarie, ma non sono come quelle di altre città. Il sottosuolo di Sigil è pieno di portali ad altri Piani. I liquami finiscono nei Piani Elementali dell’Acqua e della Melma o nel reame di Juiblex nell’Abisso. Anche Minauros [ Prova a disegnarlo come rebus! – Milori ] a Baator prende la sua parte di rifiuti. I portali di melma nell’Alveare sono diversi. Essi sono il risultato del tentativo dei Piani Interni di imporre la loro rigida tetrapartizione sulla tripartizione tipica dei Piani Esterni. La tua richiesta, comunque, non verteva su questo.

“Ci sono anche altri portali nascosti. Sia quaggiù che nei cieli attorno alla Gabbia ci sono portali verso l’Aria ed è per questo che l’aria non è sottile qui. Per progetto o per errore (chi può dirlo) ci sono anche portali per il Fumo, la Cenere, il Vapore, il Vuoto e la Polvere. È per questo che il clima nella Gabbia è quello che è. Spesso entrano tempeste attraverso portali per il Fulmine, ma esse possono anche andarsene per la stessa strada. La Città delle Porte è illuminata da occasionali connessioni al Piano dello Splendore. Il cielo sarebbe molto più luminoso, se non fosse per la foschia.

“Analogamente, sotto le strade ci sono portali per il Fuoco e il Magma. Essi mantengono la Gabbia abbastanza calda perché noi Dabus possiamo vivere qui e alimentano le Fornaci. Portali al Ghiaccio, al Sale e al Minerale sono scavati in profondità sotto le |nostre tane, nelle stesse viscere della Gabbia. E Sigil stessa? Be’, la Gabbia è costruita su fondamenta che conducono al Piano della Terra.

“Ecco, come hai richiesto. Il tatuaggio della Sigil Sottostante è finito. No, non sbiadirà sciacquandolo, fessa! Cosa mi chiedi ora? Della Gabbia delle Anime? Tagliaccia, io sono occupato. Guarda, c’è una fila di spaccaossa che vogliono tatuaggi. Sarebbe meglio che tu te ne andassi ora”.

Milori nota che il dabus era forse un po’ troppo sicuro di sé nel fare il suo discorso, come se fosse stato provato più volte o scritto. È possibile che stesse pelando tagliacci dalla testa bacata per la grana? O stava davvero dando un vero buio? O forse l’immagine che la lezione dipinge sembra buona come tatuaggio; di certo, essa sembra abbastanza popolare. Qualunque sia la verità della questione, Fell non ha più parlato della Gabbia delle Anime se non per negare di saper qualsiasi cosa a riguardo.

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Parla Turpental, Rosso e Guida (per un Prezzo) [Turpental, a Blood Tout Speaks (for a Price)]

(di Jon Winter)

“Non vedo perché dovrei raccontarti qualcosa a riguardo. Ciò non ti porterebbe alcun bene. No, non m’importa della grana. Be’, non così tanto. E le tue minacce non mi spaventano. Sembra che l’accordo sia finito… Cos’è che hai lì? Grana? Ahhh! Ora sì che ci capiamo.

“Dunque, vuoi che ti racconti della Gabbia Nebbiosa? Be’ non dovrei dirti nulla a riguardo, fessa, ma dato che mi hai fatto un’offerta tanto buona, lo farò. È come un Piano Etereo parallelo a Sigil. Sì, la cantata è che l’abbia creato la Signora del Dolore e sì, ci sono portali per arrivare là. No, non ho intenzione di dirti dove siano o quali siano le loro chiavi. Quello ti costerà il triplo.

“Quando i Dabus abbattono o costruiscono qualcosa, dove pensi che prendano il materiale? Oh certo, un po’ arriva da fuori città attraverso i portali. Ma spiega questo: ricordi il bar della Clessidra Validorum fuori dal Vicolo Tintibulus? Quello che è scomparso la notte dopo che il proprietario ha eretto una statua della Signora nel pozzo per bere? Sì? Be’, vedi quella libreria laggiù? È lo stesso edificio, ed eccezione del fatto che è apparso là solo dieci giorni fa. Ed è stato spostato dal Quartiere Basso al Quartiere Amministrativo, giusto? Quindi, era sparito da un anno e poi è riapparso nuovamente da qualche altra parte. Non lo trovi un po’… strano?

“Io credo che sia là che vanno queste cose. È come un gigantesco magazzino dove i Dabus infilano le cos di cui non hanno bisogno immediatamente, così da poterle ripescare più tardi nel caso siano necessarie. E se la Signora vuole creare un nuovo Labirinto, bene, là ha un sacco di materiale grezzo per costruirlo.

“Gli spiriti dei morti? Be’, io non sono stato là personalmente, ma sarei cauto nel credere a quei racconti primevi di fantasmi e spettri. Sono i Morti che si occupano di tutte quelle cose, no? Non voglio squaccare il loro caso, adesso. A meno che tu non abbia ancora parecchia di quella grana scintillante, ovviamente. No, mi servirebbe molto più del triplo per quello…”

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Viaggio Nella Gabbia delle Anime (Journey Into the Soul Cage)

(di Jon Winter)

Dal diario di Magna Sier, psichico e factor del Segno dell’Uno.

Questo giorno mi è sembrato adatto per intervistare Aldebarr lo Slorr, uno sballato delirante nel Manicomio dei Depressi. Un tempo era uno di noi, ma poi ha perso la sua mente. I Depressi dichiarano che egli si sia Perduto nella Gabbia ma che poi sia tornato nel suo corpo. Ovviamente, sono stato affascinato da questo atto di assoluta forza di volontà. Potrebbe darsi che egli sia l’Uno di cui ha parlato Terwolfe?

— “La Gabbia delle Anime? No, no! Non di nuovo quella! Ti prego, non farmi…” —

Mi ci sono voluti molti minuti per far sì, attraverso la mia volontà, che l’uomo smettesse di gridare. Dopo aver cessato, ha continuato:

— “Sono andato là una volta, molto tempo fa. All’epoca ero completo, ma poi loro mi fecero a pezzi. Le pietre là, loro ti parlano. Nella tua mente. Il posto era tutto nebbia e figure indistinte. Essi vivono in profondità sottoterra, proprio sotto i nostri letti. Nella tua mente, ti dico!”

“Essi mi parlarono dalle loro ossa. Le loro facce, tutte intorno a me. Urlai, ma loro non avrebbero fermato il dolore. Così tanto dolore lì! Essi ci odiano, alcuni di loro. Essi ci invidiano. Avrebbero voluto essere me, ma alcuni di loro no. A loro piace lì. Perché? Noi siamo solo forme per loro, così come loro lo sono per noi. Spiriti nella tua mente! Dobbiamo rilasciarli, prima che possano fuggire.” —

Ha continuato a parlarmi di questo luogo che chiamava “la Gabbia delle Anime”. Si tratta di qualcosa che io non ho mai immaginato e neppure sognato essere reale. Questo significa forse che non esiste? Devo investigare ulteriormente.

Mi ha parlato di molte cose ma ho compreso solo alcune di esse. Usando il potere della mente, ho provato la sua follia. Egli crede che ciò che dice sia vero, ma è certamente strano. Da quello a cui ho potuto dare un senso, Aldebarr ha visto un Piano degli Spiriti connesso a Sigil. Gli spiriti dei Perduti sono intrappolati qui quando i loro corpi muoiono, perché i portali della Nostra Serena Signora si aprono solo a coloro che portano le chiavi giuste. Posso soltanto ipotizzare che questo significhi che gli spiriti non possono viaggiare nei Piani corretti e diventare supplicanti.

— “Essi gridano di non poter andare nel posto a cui appartengono e che hanno paura. Io ho visto Cose oscure là che venivano a prenderli. Erano così spaventati da esse. Il posto nebbioso era pieno di rovine. Cose distrutte, cose perdute per noi mortali. Aaargh! Vengono per me! Ma non è la mia ora, dicono. Non sono pronto per loro. Così mi lasciano andare…” —

Che cosa intendeva e chi sono le misteriose “Cose” che Aldebarr mi ha menzionato così tante volte durante le nostre conversazioni? Potrebbero essere demoni d’ombra? Dabus? O qualche altro servitore della Signora del Dolore? Le streghe notturne vagano per questo reame o l’uomo è semplicemente un sacco di guano sballato? Ma come si fa a visitare quel luogo…

Il Diario di Magna Sier non è mai stato completato perché egli è svanito nel sonno la notte dopo aver scritto queste righe. Egli non è più stato visto da allora.

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Le Pagine del Decesso (The Pages of Demise)

(di Jon Winter)

Questo criptico passaggio era collocato fra risme di marce funebri di Fratello Expiral, celebrato bardo Cinereo. È stato scritto poco prima che egli commettesse suicidio – per la terza volta.

È senza alcuna emozione che io scrivo ciò, perché credo di aver oltrepassato questo modo così mortale di pensare. Sono pienamente consapevole di ciò che faccio, ma non di ciò che diventerò, sebbene io abbracci questo successivo stadio di Morte con la passione di un uomo che ha imparato cosa significhi non sentire nulla.

Penso che passerò oltre questa Gabbia di Credenze e procederò ancora più in là, fino ad un luogo dove dimorano le anime immortali. Sebbene esso si trovi qui, non si tratta di questo stesso posto. Ho visto ciò la prima e la seconda volta che sono morto qui nella Gabbia, sebbene in entrambe le occasioni io sia sempre tornato nel mio corpo. Esse non mi hanno riconoscono come uno di loro e non erano disposte ad ascoltare gli insegnamenti di un uomo che crede di conoscere la Vera Morte.

Gli spiriti sembravano divisi in tre fazioni in litigio fra loro e forse era questa violenta lotta intestina a vincolarli alla loro Gabbia delle Anime. Ne ho incontrati alcuni che volevano rimanere nella loro Gabbia per sempre perché erano spaventati dal giudizio che avrebbero ricevuto negli aldilà che pensavano li stessero aspettando. Non mi hanno ascoltato quando ho detto loro che non avrebbero patito nessuna delle pene o delle torture che temevano e che si attaccavano alle loro emozioni nel tentativo di ingannare la Vera Morte. Essi hanno detto che in questa Gabbia delle Anime nessuno dei Poteri che reclamavano signoria sulle loro “anime” avrebbe potuto vederli e giudicarli e che solo qui si sentivano al sicuro. Hanno nascosto i loro resti mortali dai Cinerei, così che non potessimo mandare i loro corpi al loro vero destino e dunque permettere alle loro anime di fuggire dalla Gabbia.

Il secondo gruppo desiderava ardentemente lasciare la Gabbia perché questi spiriti confidavano falsamente nella “ricompensa” dei loro aldilà. Nonostante ciò, anch’essi si trattenevano lì perché, se i loro resti fisici non avessero lasciato la Gabbia materiale di Sigil, anche le loro anime sarebbero state condannate a rimanere all’interno della Gabbia spirituale. Ho provato ad insegnar loro che dimenticare il collegamento emozionale con i loro corpi avrebbe negato la necessità che il corpo viaggiasse con loro ma loro si sono lamentati dicendo che abbandonare la speranza fosse un fato peggiore di quello che stavano vivendo in quel momento.

L’ultimo gruppo era costituito, di fatto, da un unico spirito solitario, composto di splendente luminosità e dalla forma nebulosa. Esso mi ha detto di essere uno dei viventi e che in realtà ero io ad essere quello morto. Inizialmente ero divertito dalle sue farneticazioni, sebbene ora io le comprenda. Era forse dall’altro lato del velo? La Signora ha forse scoperto il Luogo di Vita dove andiamo noi rossi morti quando “moriamo”? di certo, se c’è riuscita, allora conosce la Fonte; la Verità; la Vita! È per questo che la vediamo solo qualche volta, perché proviene da oltre il velo dove dimorano i Viventi? Allora la Signora è la nostra rapitrice, la nostra sorvegliante e la nostra carceriera. Ci tiene forse qui fino a che non sia tempo per noi di tornare? E gli spiriti nella sua Gabbia delle Anime sono forse quelli che si trovano nella reale Sigil Vivente?

Così torno nuovamente a parlare e a ragionare con loro, forse ad aiutarli a trovare la Vera Morte che cercano o almeno a proseguire lungo la scala che porta a quell’obbiettivo. E cerco colui che splende, che potrebbe rispondere ad altre mie domande. Berrò cicuta finché il mio corpo non morirà di nuovo, così che il mio spirito possa vagabondare per la Gabbia delle Anime senza impedimenti.

Spero di non essere stato pelato.

Fratello Expiral è morto veramente dopo aver scritto queste righe e questa volta il suo spirito non ha fatto ritorno al suo corpo. Egli è stato seppellito nel Mortuario fino ad ulteriore avviso.

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Janos Volkrina, Indep incantaspade e Cavalier del Giro, racconta il suo viaggio nella Gabbia delle Anime (Janos Volkrina, Indep spellsword and Knight of the Post, relates his journey into the Soul Cage)

(di Rich Gant)

La Gabbia delle Anime? Piantala di squaccare, fessa. Non so di cosa tu stia parlando. Non mi importa cosa tu creda di aver udito, io non ne ho mai sentito parlare. Ora piantalo.

Grana? Nah, fessa, non voglio la tua grana. Voglio che tu te ne vada via e smetta di battere la dentiera. Io non ho mai sentito di questa Gabbia delle Anime e neppure tu. Non se sei abbastanza sveglia.

A questo punto Janos si è guardato nervosamente intorno; sembrava star cercando qualcuno.

Bene, non sono qui intorno ad ascoltarti squaccare la scassagrana come hai appena fatto. Chi? I Dabus, ecco chi. Hanno i loro arcani e non se li vogliono far sfuggire. No, non so se la Signora sia coinvolta o meno, ma i Dabus lo sono eccome. Questo è abbastanza, per me. Dato che è evidente come il naso di un troll che tu non te ne andrai via finché non ti avrò detto qualcosa, e dato che io non sono il tipo che ammazza la gente, è una buona cosa che loro non siano qui intorno ad ascoltarci.

Sì, sono stato là. La Gabbia delle Anime. Che Frey e Freya mi stronchino se mai dovessi tornare indietro, ma sono stato là.

Com’è? Grigio, pieno di ombre e nebbia. Niente colori, quasi come nelle Distese Grigie. L’unica differenza è che i forestieri, i rossi viventi come te e me, mantengono i loro colori. Tutto il resto è semplicemente grigio. Non puoi vedere lontano a causa della nebbia, non c’è un sole o qualcos’altro che segni il passaggio del tempo e, allo stesso modo, perdi molto rapidamente il senso di quale sia la direzione in cui ti stai muovendo. In più, lì è tutto in rovina. È tutto pieno di edifici e neanche uno di essi è intatto. Alcuni erano rotti quando sono arrivati lì, altri… be’… sono stati smontati per ricavarne materiale grezzo.

La parte peggiore è che lì non c’è nessuna sensazione reale. Non è freddo, non è caldo, non è niente del tutto. Quel posto zittisce la percezione delle cose quasi nello stesso modo in cui le Distese zittiscono i colori. Anche il suono è molto divertente. Non puoi dire dove sia qualcosa semplicemente ascoltando, perché il suono arriva da ogni direzione.

Hmmm? Abitanti? Sì, della gente vive lì. Non solo persone, oltretutto. Ci sono anche *cose* laggiù. Cose come non ne ho mai viste prima e di cui non ho mai sentito parlare. Cose come…

A questo punto, Janos ha sussultato e ha cominciato a fissare nervosamente le ombre. Alla fine, si è rilassato e ha continuato.

Scusa per quello, tagliaccia. Pensavo di aver visto qualcosa là. Non mi piacciono le ombre, non più, non nella Gabbia, in ogni caso. Continuo a ricordare…

Sì, gli abitanti. La maggior parte di loro è gente morta che non è uscita dalla Gabbia. Sono intrappolati qui, incapaci di andarsene e riluttanti a farlo. Dimenticati, persino. Diamine, io non li ho neppure riconosciuti e ho scritto io stesso alcuni di loro nel libro dei morti. Li ho uccisi e non li ho neppure riconosciuti. Questa dev’essere la cosa peggiore, non essere neppure ricordato dal tuo stesso assassino. Ma i bastardi slang lo meritavano. Avevano provato a registrare alcuni dei miei compagni solo perché sono Indipendenti

Be’, quello è irrilevante. I morti sono intrappolati là. Non tutti i morti, solo quelli i cui cadaveri non sono mai stati trasportati fuori dalla Gabbia. Intrappolati, consegnati ad un’eternità di attesa e speranza che qualcuno li ricordi e li aiuti a fuggire. Certo, non tutti loro vogliono scappare. Ad alcuni loro restare lì piace, o almeno lo apprezzano di più rispetto al posto dove andrebbero se lasciassero la Gabbia.

Quelli che non vogliono lasciare quel luogo si sono uniti insieme in una fazione e chiamano sé stessi “l’Ordine”. Indossano maschere per nascondere chi fossero e sono come un’unione fra le Testequadre e gli Assassini Pietosi. Non vogliono andarsene, ma non vogliono neppure che altri se ne vadano. Immagino che siano preoccupati che se qualcuno uscisse, qualcun altro entrerebbe e li andrebbe a prendere. Perciò danno la caccia a chiunque provi ad andarsene e lo fermano.

Come potrei scappare se c’è una Fazione che prova a bloccare quelli che se ne vogliono andare? Non te lo dirò, e non ti dirò neppure come fare per entrare. I Dabus sono ovunque e non voglio da loro altri problemi oltre a quelli che già mi hanno dato.

Certo, ci sono altri gruppi là. Alcuni della nostra Fazione hanno unito le forze per avere protezione e perché hanno qualcosa in comune fra loro. Inoltre c’è un gruppo che si oppone all’Ordine, i cui membri si sono battezzati “Cercatori”. Essi cercano di trovare un modo per fuggire, arrivare ai loro aldilà e alle loro ricompense o semplicemente per andare da qualche altra parte. L’Ordine li odia con grande passione e i Cercatori li ricambiano in pieno. Se dovessi mai ritrovarti laggiù, cercali.

Tuttavia l’Ordine non è la cosa peggiore. Ci sono i Prenditori. Nah, non i Predestinati. Sono chiamati Prenditori di Anime o Raccoglitori di Anime. Io non so cosa siano e non lo sa neppure chiunque altro con cui io abbia parlato. Vivono nelle ombre della Gabbia delle Anime, dove semplicemente aspettano e tendono agguati. La morte li attira, o almeno quella che sarebbe morte se i morti nella Gabbia delle Anime potessero veramente morire. Essi escono dalle ombre e inghiottono la povera zolla di turno, che poi non viene mai più vista. Non posso neppure descriverli. Sono semplici ombre ma sono le cose più orribili su cui io abbia mai posato gli occhi, come buchi nell’universo che conducono chissà dove. Non mi vergogno di dire che mi hanno terrorizzato e farebbero lo stesso o peggio a te se mai ne vedessi una. Non riesco più a sopportare le ombre nella Gabbia: ora mi sembra sempre di vederle muoversi e quindi cerco di capire se quelle cose sono là che si preparano per venire a prendermi. Il fatto che non sia ancora accaduto mi è di ben poco conforto…

Probabilmente ci sono altre cose che potrei dirti, ma non ho intenzione di farlo. Ciò che ti ho riferito è già troppo e ora c’è un Dabus laggiù. Lo vedi? Quello. Quello che ci sta guardando. Loro sanno che io so della Gabbia delle Anime e probabilmente sanno che ora anche tu ne sei a conoscenza. Sta’ attenta perché staranno sorvegliando anche te adesso.

Non ho parlato con Janos da questa intervista, benché io sappia che ha recentemente lasciato Sigil per affari non meglio specificati. Normalmente, avrei liquidato il suo racconto come le farneticazioni paranoiche di uno sballato destinato al Cancello, ma non ho potuto. Coloro che lo conoscono o lo hanno impiegato in passato parlano della sua affidabilità e onestà, fatta eccezione solo per quelle aree in cui l’onestà è un ostacolo alla professione scelta. Ma questa non è la sola ragione per cui prendo il suo racconto seriamente.

Da quando mi ha narrato il suo racconto, io stessa ho cominciato a notare alcune cose. A volte, le ombre sembrano muoversi di propria spontanea volontà e, in tali occasioni, sento un inspiegabile senso di inquietudine. Ho provato a convincermi che sia solo la mia immaginazione, scatenata dal racconto di Janos; ma mi tornano regolarmente alla memoria le sue affermazioni sui Raccoglitori e la paura che ho visto nei suoi occhi; così, i miei sforzi mi sembrano vani.

Per di più, ora i Dabus sembrano seguirmi. Sebbene siano una presenza costante a Sigil, ora li vedo intorno a me più spesso. Forse, semplicemente, l’ossessione di Janos per loro mi ha contagiato. Forse. Prego solo che sia così e che registrare il racconto di Janos non abbia attirato la loro attenzione anche su di me. Persino adesso posso vederne uno in mezzo alla strada che osserva. Sta soltanto osservando.

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Registrato dalla farneticazione di un predicatore di strada nel Quartiere Basso, poco prima della sua morte per mano della stessa Signora del Dolore (Recorded from the ranting of a street preacher in the Lower Ward, shortly before his death at the hands of the Lady of Pain herself)

(di Rich Gant)

…vero! È vero! Il Signore dei Portali non è morto ma imprigionato! Voi credete ad una menzogna! Aoskar non è morto, bensì è stato imprigionato dall’Usurpatrice! Egli non è morto per mano della Signora del Dolore, perché ella non può uccidere un Potere! Ella è soltanto riuscita a imprigionarlo, legarlo, spogliarlo del suo potere e nasconderlo! Non poteva distruggerlo, perché ella non ha potere sui Poteri, eccetto quello che ruba da voi, che la servite attraverso la vostra paura! Ella non poteva distruggerlo perché ha ancora bisogno di lui! Senza Aoskar, Signore dei Portali, ella non potrebbe permettere l’entrata e l’uscita da Sigil perché egli è Sigil!

Persino ora Aoskar ci aspetta! Egli non è morto, è prigioniero della Signora del Dolore e attende la nostra fede, così da poter essere libero! Il suo corpo non fluttua nell’Astrale ma è imprigionato da qualche altra parte! Lo so perché l’ho visto! L’ho visto! Che il Signore dei Portali sia glorificato, IO L’HO VISTO! Egli ha MOSTRATO a me, il più miserabile e indegno dei suoi servitori, la prigione in cui l’Usurpatrice lo ha gettato! Ho visto il luogo del suo imprigionamento attraverso la gloria e il potere di Aoskar, che Egli sia lodato!

Egli è imprigionato, vi ho detto! La sua prigione non è fra i Piani come noi li conosciamo! No, egli non è imprigionato nei Piani Interni, né negli Esterni, né fra le sfere del Primario! Egli non è imprigionato là perché nessuna prigione dei Piani potrebbe trattenerlo; egli, infatti, è Aoskar, Signore dei Portali, e sua è la libertà di viaggiare quando e dove desidera! No! La sua prigione è da un’altra parte! Essa è una parodia di questa città, un’imitazione di Sigil, una crudele e amara scimmiottatura di quello che fu e sarà il suo trono! Egli giace dormiente e imprigionato in un reame di nebbie e distruzione, di rovina e decomposizione! Egli giace, intrappolato e dormiente, aspettando che la nostra fede lo liberi, in una parodia del suo trono che i servitori della Signora del Dolore usano come una discarica! Nella sua arroganza e nel suo orgoglio, la scellerata Usurpatrice, la Signora del Dolore, ha gettato Aoskar in una fossa di sporcizia e distruzione, per deridere colui che è il vero e legittimo sovrano di questa città!

Lo so, perché l’ho visto! La gloria di Aoskar è scesa su di me, ed io ho osservato il luogo del suo imprigionamento! Io l’ho visto, assiso su un trono di macerie, servito e accudito dalle anime dei morti dimenticati di Sigil! Aoskar era là, vi dico! E i morti erano con lui, servendolo finché non verrà il tempo in cui Aoskar si sveglierà e proromperà dalla prigione in cui l’Usurpatrice lo ha costretto! I morti erano là, posti lì dal capriccio della Signora del Dolore, intrappolati lì dalla sua paura che le anime dei morti riveleranno la verità e che la fede degli uomini si rafforzerà e lo risveglierà ancora una volta! Loro sono là! Lo so perché le ho viste a migliaia e a decine di migliaia per la grazia e il potere di Aoskar!

Pentitevi! Pentitevi delle vostre malefatte! Pentitevi del vostro tradimento del vero e possente Signore di Sigil! Pentitevi, e smettete di servire l’Usurpatrice! Non rafforzatela con la vostra paura! Non fortificatela con la vostra venerazione, perché voi la adorate attraverso la vostra obbedienza alle sue leggi, comunque chiamiate le vostre azioni! Pentitevi! Il potente braccio di Aoskar è ancora steso su di voi, ma la sua misericordia non durerà per sempre! Pentitevi! Perché il suo tempo non è ancora giunto, ma arriverà presto e coloro che non gli saranno fedeli quando verrà, saranno giudicati e gettati negli Spazi Intermedi per tutta l’eternità! Pentitevi…

Hah! Mostri la tua faccia, alla fine! Osi uccidere un vero servitore del Signore dei Portali? Non lo farai, perché io sono corazzato e fortificato in Aoskar! Stai indietro tu, Usurpatrice, Signora del Dolore! Io non ti temo, e ti abiuro nel nome del vero Signore di Sigil! Nel nome di Aoskar, ti comando di ritirare la tua presenza e di non lasciar più cadere la tua ombra sul corpo del fedele! Sparisci, e affliggi-

La registrazione non finisce qui, ma continua per diversi minuti con grida di tormento e agonia, prima di interrompersi.

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Conclusioni (Conclusions)

La Gabbia delle Anime esiste davvero? Molti venditori di sermoni ti avranno fatto credere di sì, ma finora non c’è alcuna solida evidenza in merito. Si tratta dei resti di una Sigil morta da lungo tempo o del posto in cui gli spiriti dei Dabus trovano il riposo finale? Forse. O magari è una prigione, la vera Gabbia che intrappola gli spiriti e i nemici della Signora per l’eternità sotto il suo sguardo vigile. Qualsiasi possa essere la verità, molti osservatori, turbati, si sono addentrati fra queste teorie; la maggior parte di essi concorda su una cosa: c’è sicuramente qualcosa di strano là fuori…

Per quanto riguarda quel che potrebbe esserci, ahimè, non posso provare una parola.

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Ringraziamenti a Rich Gant, la cui interpretazione del mio articolo originale è stata davvero illuminante…
Ho aggiornato immediatamente questo articolo. Qualsiasi suggerimento per ulteriori aggiunte sarà ricevuto con gratitudine. [N.d.A.]

Copyright 1997-1998 di Jon Winter:

  • Testo di Jon Winter e Rich Gant
  • Ritratto di Magnum Opus di Chris Appelhans

Traduzione 2022 di Cromatico

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Bibliografia
1. Tradotto dalla pagina Musée Arcane: The Soul Cage su "Mimir.net" - vedi la pagina

(IMPORTANTE! POLICY: Gran parte del testo è liberamente tratto e in parte adattato dalle fonti citate e comunque dalle pubblicazioni Dungeons & Dragons della TSR e della Wizards of the Coast, nonchè dalle traduzioni ufficiali della 25 Edition, oltre ad altre fonti come le pubblicazioni della PAIZO Publishing per Pathfinder, che mantengono i diritti, intellettuali e non, sull'ambientazione e i suoi elementi. Allo stesso modo tutte le immagini sono coperte da copyright e vengono presentate senza alcuno scopo di lucro, corredate di autore e proprietario, e pertanto non sono riproducibili o utilizzabili in nessun ambito commerciale.)

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