Nelle profondità delle foreste primordiali, nelle cittadelle spettrali vivono degli elfi differenti da tutti gli altri. Chiamati elfi fantasma a causa del loro aspetto spettrale, i membri di questa sottorazza si incontrano raramente ed hanno fatto sì che sorgessero migliaia di storie su demoni delle foreste e civiltà perdute. L’eredità degli elfi fantasma è una storia di conflitti, tradimenti e vendette. Dopo un conflitto per la sopravvivenza che risale alla caduta dei drow, gli elfi fantasma adesso prosperano in città costruite sul Piano Etereo e per questo vengono anche chiamati elfi eterei. Sospettosi e solitari, accolgono ben pochi stranieri nelle loro sale.
Aspetto fisico
All'apparenza, gli elfi fantasma sono simili agli altri elfi, anche se hanno la pelle grigia, e i capelli che vanno dal bianco all'argento, sebbene qualcuno abbia riflessi neri. La cosa che colpisce di più sono però gli occhi, senza pupilla, iride o altro, simili a due specchi gemelli.
Storia
Anticamente gli elfi fantasma abitavano ai margini della società elfica. Costruirono le loro case tra le antiche radici delle foreste, entrando raramente in contatto con altre razze. Con il passare del tempo, questa stirpe si fece sempre più isolata, diventando alla fine poco più di una leggenda.
Migliaia di anni fa, durante la guerra civile elfica che condusse alla caduta dei drow, gli elfi fantasma mantennero il loro isolamento e rimasero neutrali nel grande conflitto che infuriava in seno alla razza elfica. Dopo che, sconfitti, si furono ritirati nel Sottosuolo, i drow presero a tramare contro i loro distanti cugini e presto lanciarono un assalto agli elfi fantasma. Lo stesso rifugio che aveva tenuto sicuri gli elfi fantasma divenne un campo di battaglia fieramente contestato. I pacifici elfi fantasma erano insignificanti se paragonati alle truppe di elfi scuri e divennero facilmente carne per gli altari sacrificali di Lolth. Essi furono praticamente spazzati via in un batter d’occhio. Gli altri elfi di superficie non vollero o non furono in grado di aiutare i loro simili sotto attacco, cosa che gli elfi fantasma non avrebbero mai dimenticato o perdonato.
L’aiuto arrivò infine da una fonte inaspettata. Quando le difese dell’ultimo insediamento stavano per cedere un’entità estranea che si faceva chiamare Thule apparve e si offrì di salvare gli elfi fantasma in cambio dei loro servigi. Stanchi del massacro della loro gente, i capi degli elfi fantasma accettarono senza pensarci due volte, firmando l’accordo che Thule aveva offerto.
Essi furono profondamente beffati. Thule si rivelò essere l’Arciduca Thulikazt, un diavolo della fossa dai poteri quasi divini, che portò gli elfi fantasma nel suo regno, nei Nove Inferni di Baator. Qui li ridusse in schiavitù, distruggendo lentamente i loro spiriti e il loro potente legame con la terra. Gli elfi fantasma - divenuti il suo vanto e il monumento al suo successo nell'arte dell'inganno e della manipolazione - si rivolsero ai loro dèi per essere salvati, ma senza ottenere risposta: il patto di Thulikazt era definitivo. Per centinaia di anni soffrirono al servizio dell’Arciduca e migliaia di loro furono massacrati in selvagge battaglie nelle arene e in insensati esperimenti per il piacere di Thulikazt. Gli storici degli elfi fantasma chiamano questo periodo “la Tempra”.
Passarono innumerevoli secoli e Thulikazt divenne meno vigile, permettendo ai suoi schiavi (che credeva completamente spezzati) di prendere le armi e unirsi alle sue forze nella Guerra Sanguinosa. Gli elfi fantasma impararono le arti della guerra e della conquista dai generali immondi e dagli stregoni infernali. Divennero la guardia del corpo d’elite di Thulikazt, suscitando l’ammirazione e l’invidia degli altri immondi. Ciò si sarebbe rivelato l’ultimo errore dell’Arciduca.
Gli elfi fantasma contattarono segretamente i capi dei loro nemici e si offrirono di servire questi immondi minori in cambio dell’aiuto per distruggere il loro odiato signore. Avidi dell’aiuto delle truppe di elite di Thulikazt, i signori dei baatezu formarono un’alleanza per stringere d’assedio la sua cittadella1. Gli elfi fantasma adoperarono la battaglia come un diversivo, uccidendo Thulikazt e aprendo un portale per il Piano Materiale durante la confusione. Quando la fortezza infine cadde, i generali immondi non trovarono altro che il corpo mutilato di Thulikazt e un messaggio di ringraziamento. Gli elfi fantasma si erano conquistati la loro libertà.
Gli elfi fantasma, tuttavia, consideravano ancora troppo pericoloso il Piano Materiale, luogo che li aveva condotti allo sciagurato patto con l'immondo. Operarono quindi potenti incantesimi per trasferirsi in massa sul Piano Etereo, metaforicamente a un solo passo dalla propria antica casa, ma separati da essa e relativamente al sicuro dai pericoli che ancora imperversavano in essa: costruirono città intere, trasportando pietra dal Piano Materiale, e si isolarono quasi completamente. Oggi essi vivono nelle profondità delle foreste nebbiose del piano.
Consuetudini e credo
Gli elfi fantasma che si danno all’avventura provengono da comunità nascoste nelle profondità del Piano Etereo, di cui raramente parlano. Sono solitamente creature sospettose e paranoiche alla ricerca di vendetta o nuovi metodi per difendere la propria razza. Nel migliore dei casi possono sperare di venir confusi come comuni elfi ma i drow li considerano carne da macello, le altre razze elfiche come disertori, i diavoli come traditori e i demoni.. beh.. i demoni sono sempre pronti a massacrare qualsiasi mortale a prescindere dalla razza.
Gli elfi fantasma non adorano il pantheon elfico, ritenuto responsabile della loro schiavitù nei Nove Inferi di Baator. Alcuni di loro, invece, adorano Moradin, patriarca del pantheon nanico.
Allineamento tipico
Neutrale: gli elfi fantasma fanno quanto è necessario per sopravvivere.
Dati tecnici
Fazione tipica: qualsiasi. Quegli elfi fantasma che serbano particolare rancore verso il pantheon elfico potrebbero trovare interessante il credo degli Athar. La maggior parte di loro tende invece ad unirsi ai Predestinati, per via del modo in cui considerano se stessi.
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