Introduzione
Nelle distese desertiche arse dal sole, nelle paludi fluviali, e nelle aride pianure a malapena coltivabili, dove ogni palmo di terra fertile è un tesoro da difendere, dominano gli Egizi. La loro civiltà è un passo avanti rispetto a quella dei Sumeri e dei Babilonesi. Alcuni sostengono perfino che i Poteri Egizi siano nati come mortali sotto i Sumeri, ribellandosi ai loro padroni una volta scoperta la scintilla divina. [1]
Certo, la versione più popolare è che siano il risultato del naturale corso degli eventi. Quando il sole spuntava, i coccodrilli si crogiolavano nel fango fluviale, il vento soffiava sui deserti portando i latrati di iene e cammelli, lì sorgeva il Pantheon Egizio. I suoi membri sono testimoni dei primi barcollanti passi degli imperi umani, e hanno guidato la razza verso nuove forme di vita e di pensiero. Non hanno più il potere di un tempo, ma le memorie della loro passata influenza riecheggiano ancora nei Piani. [1]
I poteri di questo gruppo non si curano molto del Bene e del Male, preoccupandosi soprattutto di Legge e Caos. Dato che quello egizio è uno dei pantheon più antichi, infatti, gli dèi avevano la responsabilità di portare la luce della civiltà sull'anarchia dei primi uomini; generalmente costruiscono piuttosto che distruggere e creano piuttosto che uccidere. I nemici del pantheon sono creature che bramino il ritorno degli uomini allo stato primitivo come il serpente Apopi, che cerca costantemente di ingoiare il Sole. Sono la legge e l'organizzazione a distinguere l'umanità, o almeno così crede il pantheon. Certo, possono apprezzare l'individualità e la libertà di scelta, ma i loro veri nemici sono i distruttori e non necessariamente i malvagi. [1]
Gli dei del Pantheon Egizio sono chiamati Neteru o Netjeru (singolare Neter o Netjer) dai loro fedeli. [3]
Storia del pantheon
Il Pantheon Egizio nei Piani
Le vere origini del pantheon sono oscure, la sua storia nascosta. In accordo con la Regola dei Tre, sulla sua genesi circolano almeno tre storie distinte. [1] Va sottolineato che, secondo gli Egizi, non c'è un mito più corretto degli altri: la verità è piuttosto una combinazione delle varie versioni. [6] [7]
Thoth e l'Ogdoade
La prima storia ha avuto origine nella città di Khemno, chiamata "Ermopoli" dai seguaci dei Poteri Olimpici. Qui si batte che inizialmente il dio supremo del Pantheon Egizio fosse il saggio Thoth: grazie al potere della parola, [8] egli avrebbe creato un gruppo di otto dèi chiamato, nel complesso, Hemeneyu dai seguaci del pantheon ma meglio noto come "Ogdoade" al di fuori di tale cerchia. Un altro epiteto più mistico per queste divinità è quello di "Otto Padri e Madri della Luce e della Vita". [1] Singolarmente, ciascuna delle divinità che componevano il gruppo era chiamata He. [2]
Secondo il mito, questi otto poteri avrebbero avuto origine in tempi antichissimi e avrebbero personificato le forze originarie del Caos. Una loro caratteristica distintiva era quella di essere divisi in quattro coppie maschio-femmina — probabilmente per effetto della Regola degli Opposti —, ognuna delle quali personificava un concetto astratto. [2]
Se davvero sono esistiti, questi otto poteri sono svaniti fra le nebbie del tempo [1], ma i più saggi fra i fedeli del Pantheon ricordano ancora le loro identità:
- Nun e Nunet, le acque primordiali;
- Kuk e Keket, l'oscurità;
- Huh ed Huhet, l'illimitatezza;
- Amon ed Amonet, l'invisibilità.
Gli dèi dell'Ogdoade risiedevano originariamente nel Caos ma, dopo che Thoth li ebbe richiamati grazie al potere della parola, [8] assunsero forma più definita ed emersero dalle acque primordiali nei pressi della città di Tebe. Successivamente, le divinità si recarono alla città di Ermopoli, [2] il cui nome originario, Khemno, significa proprio "Città degli Otto". [4] Qui, gli otto poteri crearono una collina di fango primordiale chiamata Isola delle Fiamme o Isola dei Coltelli. Poi — in maniera misteriosa o grazie ad un uovo da loro creato — diedero vita al Sole. Per un certo periodo di tempo, l'Ogdoade assunse il compito di consentire il sorgere del sole quotidianamente, proteggendolo nell'Oltretomba. Alcuni saggi affermano che questi poteri non ricoprano più questo ruolo e certi vegliardi si spingono addirittura a sostenere che i membri dell'Ogdoade siano morti. [2] Nonostante queste voci, pare che queste divinità risiedano ancora sulla loro isola su Muspelheim, il secondo strato di Ysgard. [9]
I poteri dell'Ogdoade hanno testa di rana per i maschi e di serpente per le femmine, animali simbolo delle acque da dove erano emersi. [2]
Ptah
Alcuni — prevalentemente abitanti del Piano Etereo — affermano che all'origine del pantheon vi sia il dio Ptah: benché faccia ancora parte del pantheon, ora ha lasciato la propria autorità a Ra e si è ritirato nell'Etereo come divinità minore, il suo cuore e la sua lingua zittiti (o almeno mutati). Forse la gente che credeva in Ptah ha perso la sua fede, o forse non ha mai avuto davvero alcun potere dal principio. [1]
Ra e l'Enneade
La nascita di Ra
L'ultima voce — probabilmente la più recente — dichiara che sia Ra il padre del pantheon.[1] Sulla sua stessa origina, però, la cantata diverge:
- I seguaci del dio ad Heliopolis affermano che Ra si sia creato da solo, emergendo dalle acque primordiali impersonate da Nun e Nunet.
- Coloro che credono alla passata esistenza dell'Ogdoade affermano invece che sia stata quest'ultima a creare Ra tramite un uovo.
- Coloro che credono che all'origine del Pantheon Egizio vi sia la figura di Ptah, sostengono che sia stato quest'ultimo, in tempi remoti, a creare Ra.
La nascita dell'Enneade
Dopo essersi originato, Ra (nella sua forma di Atum, il Ra del tramonto) creò altre due divinità a partire dalla propria saliva o dal proprio sperma: si trattava di Shu, dio dell'aria, e Tefnut, dea dell'umidità. Questa coppia ebbe poi a sua volta due figli: Geb, dio della terra, e Nut, dea del cielo. Questa seconda coppia generò altri quattro poteri: rispettivamente, Iside, Osiride, Set e Nefti. Osiride ed Iside avrebbero poi dato vita ad Horus, mentre il figlio di Nefti e Set sarebbe stato Anubi.
Secondo i vegliardi del mondo di Toril, inoltre, anche il dio Sebek — venerato e temuto su quel mondo — sarebbe figlio di Set e di Mornach, un bestiale arcifolletto della Selva Fatata.
Con l'eccezione di Horus, Anubi e Sebek, tutte le divinità appena elencate compongono l'Enneade (chiamata Psedjet dai fedeli del pantheon). I nove membri di questo gruppo — tre volte tre — furono fra i primi a capire l'importanza della Regola del Tre. Secondo i suoi fedeli, fu l'Enneade ad assumersi il compito di creare e governare il mondo. [1]
Le altre figlie di Ra
Non tutta la progenie di Ra appartiene all'Enneade: le dee Bastet-Sekhmet e Hathor, infatti, sono considerate sue figlie anche se non fanno parte di quel gruppo. [5]
Bastet è talvolta chiamata "Gatta di Ra" ed è associata all'Occhio di Ra, lo strumento della vendetta del dio. Bastet è inoltre colei che, secondo un mito, decapitò il serpente Apopi per difendere il padre. [5]
In un altro mito, Hathor danzò nuda di fronte a Ra, imbronciato, finché non riuscì a farlo ridere. Quando Ra non si trova insieme ad Hathor, cade in una profonda depressione. [5]
Altre divinità egizie
I poteri del Pantheon Egizio che non rientrano in alcuna delle categorie elencate finora non fanno parte della stirpe di Ra ma hanno un'origine diversa: alcuni sono mortali ascesi allo stato divino; altri sono dèi rifiutati da altri pantheon; altri ancora, infine, sembrano essersi formati direttamente dal disegno del multiverso. [1]
Mortali ascesi
Dopo la creazione, Osiride assunse il governo dei mortali seguaci del pantheon e la sua posizione fu ereditata dal figlio Horus dopo che Osiride venne ucciso da Set. L'Enneade indusse i mortali a trarre insegnamento da queste vicende, così che i fedeli potessero cercare la guida divina nel governare il loro mondo. Un mortale legato a Osiride ed Horus — il faraone — venne posto a governare sugli altri ed assunse il comando sia dello stato che della chiesa. Poiché erano fatti oggetto di fede ed adorazione da parte dei fedeli del pantheon, molti faraoni ascesero allo stato divino dopo la morte. In seguito, anche nobili, preti e persino gente comune raggiunsero la divinità; le loro spoglie sono venerate dopo la loro morte. Per questo, la maggior parte degli dei egizi che non fanno parte dell'Enneade sono umani.
Spiriti totemici
Molti dei poteri egizi restanti probabilmente all'inizio erano spiriti totemici che raggiunsero lo stadio divino grazie alla venerazione dei fedeli, venendo quindi accolti nel pantheon affinché potessero guidare i mortali attraverso il sacrifico ed il duro lavoro. [1] In questa categoria rientrano probabilmente Anhur, Apshai, Bes, Seker e gli stessi Ptah e Thoth, ascesi alla divinità ben prima di Ra.
Il mondo di Toril e il Pantheon Mulhorandi
Quando il popolo degli Imaskari, grazie a dei portali, schiavizzò il popolo Mulan e lo portò in catene su Toril, i prigionieri portarono con sé la venerazione delle loro divinità. Grazie all'aiuto di Ao, potere supremo di Toril, le divinità egizie furono in grado di seguire i loro veneratori e porre fine alla loro schiavitù. Su Toril, il pantheon venne chiamato "Mulhorandi" in riferimento all'impero governato dai loro adoratori. [13] [10]
Dopo la distruzione del Mulhorand a causa della Piaga degli Incantesimi, il Pantheon Mulhorandi scomparve. [14] [10] Subito dopo la Seconda Separazione fra i mondi paralleli di Toril e Abeir, gli dèi del pantheon — udendo nuovamente le suppliche del loro popolo — tornarono su Toril e inviarono i loro Eletti a rovesciare l'impero dell'Alto Imaskar, che aveva preso il posto del Mulhorand, per ripristinare quest'ultimo. [15] [10] L'implicazione di ciò, però, è che, almeno temporaneamente, le divinità faraoniche sono ridotte a semidivinità nell'ambito del mondo di Toril.
I membri del Pantheon Egizio
Si dice che i Poteri Egizi abbiano preso forma dal credo dei loro adoratori. I fedeli trovano che certi animali incarnino le qualità che loro ammirano, e proiettano l'aspetto di questi animali sugli dèi – li aiuta a comprenderli meglio, se non altro. Non è nulla di nuovo, ma i seguaci degli Egizi hanno letteralmente dei poteri teriantropi, con corpo di umano e testa di una bestia totem. La testa di animale è tipicamente indicativa della forza di ciascun dio. È assai probabile che un dio dalla testa di asino non andrebbe molto lontano nella gerarchia del pantheon. Eppure, alcuni dei poteri inferiori hanno imparato il segreto per mutare lentamente forma con il tempo, e sono in prima linea per prendere il posto degli attuali pezzi grossi qualora dovessero ritirarsi – se mai lo faranno. Si mormora che Ra sia in procinto di migrare verso altri lidi, e voglia lasciare il posto a Osiride. Ma nessuno conosce il buio della cosa. Ra è uno sgherro cauto, e non si muoverà prima che sia il momento.[1]
I membri del Pantheon Mulhorandi
Come accennato, la maggior parte delle divinità egizie si è manifestata anche sul mondo materiale di Toril grazie all'intercessione di Ao, dio supremo del pianeta. Alcuni poteri del pantheon, tuttavia, scelsero di non intromettersi nelle vicende di Toril e, dunque, non vengono adorati qui. Queste divinità "reticenti" sono, rispettivamente, Anubi (che forse era già divenuto il guardiano dei poteri morti nell'Astrale), Nut, Ptah, Seker, Shu e Tefnut. [16] [10] Anche i membri dell'Ogdoade sono sconosciuti su Toril. Ecco, dunque, l'elenco delle divinità rimanenti, tutte conosciute e venerate sul pianeta.
Pagine correlate
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