La natura divina chiama. Ascolta il richiamo della forgia! Lascia che la vita ti plasmi mentre la divinità si avvicina.
— Da "La Forgia", una canzone di Factol Ambar
L'anima non ha principio né fine. Ogni anima entra in questo mondo fortificata dalle vittorie oppure indebolita dai difetti della vita precedente. Il suo posto in questo mondo, quasi dimora destinata all'onore o al disonore, è determinato dai suoi precedenti meriti. Il suo operato in questo mondo determina il posto che essa avrà nel mondo successivo Non è forse più conforme a ragione che ogni anima, per certe misteriose ragioni, venga introdotta in un corpo e ivi introdotta secondo i suoi meriti e le sue precedenti azioni?1
In un luogo delle Terre Esterne chiamato Fayrill da alcuni, Fayrie da altri e sconosciuto ai più, un'elfa mise alla luce un figlio mezzo-umano. Questa donna, Galina, si ritrovò ostracizzata dai propri simili — non per la scelta del padre di suo figlio ma per il suo rifiuto di adeguare il proprio comportamento alla rigida formalità che i membri del suo clan — il Quybier — di solito adottano. Galina amava ballare, cantare, ridere e suonare l'arpa. Non è troppo insolito per un elfo, giusto? Ma in quel momento, tutto ciò che Galina conosceva era la propria rigida famiglia. Fortunatamente per lei e il suo bambino, la donna conosceva anche quali piante avrebbe potuto mangiare e come intrecciare un rifugio a partire da grossi rami di pino caduti.
Suo figlio, Ambar, non seppe mai di essere povero. Dormiva sul muschio più soffice di notte, beveva limpida acqua di fonte di giorno e cresceva sano in mezzo alla bellezza della foresta. Ai suoi occhi, la sua casa sembrava un palazzo. Egli apprese le canzoni di sua madre e giocò con i cuccioli di volpe della tana vicina.
Il giovane scoprì la sua povertà solo dopo aver notato Caye, una ragazza nubile del Quybier, che vagava per il suo bosco. I suoi capelli, castani e vellutati, toccavano le anche; i suoi occhi color mogano portavano un accenno di viola nelle profondità del loro mistero sconosciuto; la sua forma flessuosa era snella come una betulla, ma i suoi modi sembravano così solenni da non somigliare a nulla che Ambar avesse mai immaginato. Il mezzelfo andò dal padre della donna, Florien, per chiedere la sua mano ma si ritrovò bruscamente rifiutato. Ambar ne fu meravigliato. Caye avrebbe vissuto in un palazzo boschivo, avrebbe cenato con le vivande migliori, avrebbe goduto della musica più lieta e avrebbe avuto il più devoto degli sposi — cosa avrebbe potuto volere di più un padre?
Sono certo di essere già stato qui, ora come mille altre volte prima d’ora e spero di ritornarvi altre mille.
L’anima dell’uomo è come l’acqua: viene dal cielo ed al cielo risale, per tornare alla terra, in eterna alternanza.
Il nostro spirito è di natura indistruttibile, è qualcosa che opera sempre da eternità in eternità. Rassomigli al sole, che soltanto ai nostri occhi terreni sembra tramontare, mentre in verità non tramonta mai, ma continua a risplendere senza interruzione.
Dimmi, perché siamo così vicini? Eoni addietro, tu eri mia sorella e dividevi con me una stirpe, oppure mia carissima moglie eri…2
La madre di Ambar lo illuminò: prestigio sociale, potere politico o militare, un castello costruito dalle mani invece che dalla natura e ricchezza monetaria invece che interiore erano caratteristiche necessarie per contrarre matrimonio fra i Quybier. Il giovane credeva a Galina, ma credeva anche in se stesso. Egli corteggiò Caye senza il consenso di suo padre e la conquistò. Per un periodo, i tre esuli dimorarono felicemente nella loro radura boschiva: gli sposi in un padiglione di bacchette di salice e rampicanti d'uva; di fronte a loro Galina nella sua pagoda di grossi rami di pino. Il trio cantava pazze melodie, si concedeva banchetti boschivi, raccontava storie e ballava gighe selvagge. La notizia che Caye portasse in grembo un bambino li deliziò.
I guerrieri mandati da Florien misero fine a tutto ciò. Essi uccisero Galina e Caye nella mischia e portarono Ambar in catene dinanzi al signore del Quybier. Il mezzelfo replicò in modo eloquente all'accusa di rapimento che gli venne mossa dal patriarca.
«Io accuso te! Io accuso te, assassino di mia madre, uccisore della mia compagna e di mio figlio non ancora nato! Io ti accuso di aver ucciso la mia felicità, di aver contaminato la mia casa e di avermi derubato del futuro. Osi negarlo? Osi chiedermi una ricompensa di fronte a ciò che tu mi devi?»
In effetti, i Quybier non osarono. Per mitigare la propria colpa per le morti, essi consegnarono ad Ambar uno scrigno di velluto pieno di gemme e lo pregarono di lasciare Fayrill per sempre. Egli accettò le pietre preziose e se ne andò.
Gli uomini veramente grandi non possono dubitare di un'esistenza futura, perché sentono in se medesimi la propria immortalità.3
Con un patrimonio in gemme e le abilità del saggio del bosco, un mezzelfo può andare lontano. Ambar guidò viaggiatori attraverso le Terre Esterne, investì la sua ricchezza in imprese rischiose ma redditizie e cercò in tutto il Grande Anello un luogo da poter chiamare casa. Non lo trovò mai, ma collezionò un vasto assortimento di opere d'arte e rari strumenti musicali. Alla fine, si unì con i Credenti della Fonte e scoprì che, sebbene nessun luogo potesse farlo sentire di nuovo a casa, un gruppo di persone avrebbe potuto. La sua cortesia e la sua gentilezza — per tutta la vita volle che tutti lo chiamassero per nome — gli procurarono molti amici fra i Divini e con il tempo diventò loro Factol. Era amato da tutti i suoi proferitori, factotum e factor — metà dei quali lo riteneva ben avviato sulla via che l'avrebbe condotto a diventare una potenza. La maggior parte di loro avrebbe dato la propria vita se lui l'avesse richiesto. A suo merito, va detto che raramente Ambar richiese un tale sacrificio. Il suo obiettivo come Factol? Egli voleva che tanto la fazione quanto i suoi membri prosperassero. A differenza di molti dei suoi seguaci, Ambar valorizzava gli individui più che le filosofie che essi abbracciano.
Factol Ambar scomparve poco prima dell'inizio della Guerra delle Fazioni, quando la Signora del Dolore lo spedì nei Labirinti. Era il Giorno della Gilda della quarta settimana del mese di Sacrilegion del 130° anno dell'amministrazione di Factol Hashkar.
Dapprima i Credenti della Fonte pensarono che Ambar fosse finalmente asceso ad uno stadio di esistenza più elevato. Dovettero però ricredersi quando fu reso noto che anche Factol Darius del Segno dell’Uno, Factol Sruce della Trista Cabala, Factol Terrance degli Athar erano scomparsi lo stesso giorno. Factol Skall dei Cinerei, i tre capi della Lega Libera e vari capi di cellule della Lega Rivoluzionaria, inoltre, erano stati banditi nei Labirinti appena qualche giorno prima.
Ambar fu l'ultimo factol dei Credenti della Fonte perché la fazione smise di esistere in quanto tale dopo la Guerra delle Fazioni: i suoi membri, infatti, si unirono ai Segnati e con loro formarono l'Occhio della Mente. Il factol di questa nuova Fazione fu Ombidias, un voadkyn del poco conosciuto mondo primo Glemayne. Egli era comunque un successore spirituale di Ambar perché in passato era stato un importante factor dei Divini.
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